Il Napoli e lo schiaffo a Zielinski: salterà anche il match col Verona

Fuori dalla lista Champions, il polacco non andrà neppure in panchina

Zielinski
Zielinski
di Pino Taormina
Sabato 3 Febbraio 2024, 08:56 - Ultimo agg. 18:12
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Sei mesi per covare la vendetta. E alla fine De Laurentiis ha colpito con uno schiaffo Zielinski: fuori dalla lista Champions, il polacco non andrà neppure in panchina con il Barcellona. L'uomo dalle 355 partite con la maglia del Napoli, 41 presenze in Champions League con sette gol (l'ultimo al Real Madrid), è stato messo alla porta europea. Ma è pure colpa del centrocampista che, distratto dal futuro, paga il suo atteggiamento negli ultimi tempi con Mazzarri, quel modo di allenarsi che non convince lo staff tecnico, il suo rendimento in campo. Uno, insomma, che dal punto di vista del Napoli, ha iniziato a tirare i remi in barca e su cui non si può fare affidamento.

E allora, ecco la decisione che è legata, c'è poco da fare, anche al fatto di aver respinto tutte le proposte di rinnovo presentate dal Napoli in questi mesi. E, capita l'antifona, ieri il polacco ha marcato visita, con il solito "affaticamento muscolare" come diagnosi e domani contro il Verona non giocherà. Insomma, qualcosa che comincia a suonare come farsa, ormai. Difficile poter fare più affidamento su di lui pure in campionato. D'altronde, anche in Supercoppa era stato messo da parte e fatto "risorgere" con la Lazio solo perché in totale emergenza. Mazzarri si piega, in ossequio alla ragion di stato e dunque per le conseguenze dell'editto presidenziale che è di luglio, di quando sulla Msc Crociera, il giorno della presentazione della "New Era", il patron De Laurentiis era stato chiaro nel suo avvertimento: «Chi non firma, andrà fuori rosa».

Ce l'aveva con Lozano. Ma anche con Zielinski. E persino con Demme. L'italo-tedesco, addirittura, soldatino fidato e ossequioso, finisce escluso anche dalla lista della serie A: non è fuori rosa, perché si allenerà con il gruppo. Ma è solo una questione di parole perché, di fatto, anche lui è messo ai margini, sempre per la stessa ragione: l'aver rifiutato ogni proposta di nuovo contratto.

Con Di Lorenzo e Mario Rui è davvero uno della vecchia guardia. È a Napoli dal 2016, fin dai tempi di Sarri. Intoccabile per tutti, in questi otto anni in azzurro. Ma per De Laurentiis troppo pesante lo smacco per non prendere la bandiera e buttarla via. Lui, il presidente, ha fatto di tutto per tenersi Zielinski. E davanti al muro, ai numerosi no, alle scelta di lasciare da svincolato (vale almeno una trentina di milioni), ecco la reazione. Legata anche agli atteggiamenti di Zielinski, sostiene la società. Almeno questo è il messaggio che De Laurentiis vuole mandare ai suoi. Peraltro, il patron è infastidito con il polacco ma anche con l'Inter e con il suo ad Marotta perché convinto che da tempo ci sia un accordo tra i nerazzurri con il fantasista polacco (firmerà un triennale). E allora eccola la contromossa: fuori dalla Champions, dalla vetrina più bella che c'è. Chiaro, fino ad adesso la stagione di Piotr non è stata esaltante: le sue debolezze legate al mancato prolungamento del contratto non sono diventate una forza, come sperava De Laurentiis che pure lo conosce benissimo e ha fatto di tutto per trattenerlo. Quindi il club azzurro ha deciso che era ora di finirla, di cambiare passo e anche modo di comunicare. È il codice De Laurentiis: chi viene qui sa quello che lo aspetta, prendere o lasciare. È la gogna pubblica.

LE SCELTE

I nuovi sono dentro la lista Champions. Tranne Dendoncker. A centrocampo, le scelte sono contate perché ci sono solo Lobotka, Anguissa e Cajuste. È la prova dell'abiura al 4-3-3 e il ritorno in Europa del 3-4-3 con Rui (o Mazzocchi) e Di Lorenzo ai lati. I giochi sono praticamente fatti. Inutile girarci attorno. Con il Verona, domani pomeriggio, di sicuro Mazzarri farà tornare il tridente. Con Kvara, Simeone e Politano. Poi, vista la classifica dell'Hellas, potrebbe anche osare con la difesa a quattro. Ma l'impressione è che insisterà con la formula che nelle ultime tre gare gli ha consentito di incassare un solo gol (con l'Inter al 91'). È il nuovo Napoli. Ma con il sapore dell'antico. Tra esclusioni piene di rancore.
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