Al Gala del Calcio Napoli al top:
abbraccio Spalletti-De Laurentiis

Il ct ringrazia Napoli: è stata una squadra unica

Spalletti e ADL al Galà
Spalletti e ADL al Galà
di Pino Taormina
Martedì 5 Dicembre 2023, 08:46 - Ultimo agg. 17:16
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La mano tesa, l'abbraccio, il ghiaccio che si scioglie. Il galà dei calciatori segna il gesto di riconciliazione tra l'ex tecnico dello scudetto e il presidente del Napoli. Come due vecchi amici. Per la gioia di tutti. Una serata magica. Orgoglio ma anche un pizzico di malinconia. Eccoli gli eroi dello scudetto, tutti assieme, a fare festa come se non fossero passati sei mesi. Se come quel +16 dal resto d'Italia non fosse già svanito in un pozzo. Per una notte, no.

Eccoli Lobotka, Kvara, Osimhen, Kim e Di Lorenzo, i cinque azzurri premiati al Gran Galà dei calciatori italiani per essere stati i più bravi nei propri ruoli, eccolo il Napoli sfilare con il fiero De Laurentiis sul palco per essere stata la squadra più forte di tutti. Ed ecco pure Luciano Spalletti, il grande condottiero, anche lui premiato, che per poche ore torna a essere al fianco della squadra che è diventata leggenda. Ma Lucianone (che è con tutta la famiglia) arriva e abbraccia Kvara e Osimhen e gli altri azzurri: «Ho allenato una squadra eccezionale», dice.

E poi si ferma anche a salutare e a chiacchierare con il presidente De Laurentiis. Cinque minuti di disgelo totale, di sorrisi, di relax: «Devo invitarci tutti in campagna per una grande rimpatriata», scherza De Laurentiis. Luciano risponde con un sorrisone. Grandi segnali di una cortina di ferro che finalmente è abbattuta. Grazie alla mano tesa proprio dal patron del Napoli. Poi sul palco si lascia ancor più andare. Era ora. «Ringrazio Luciano per lo scudetto e Giuntoli con cui ho condiviso otto anni: la squadra ha vinto perché era un gruppo fortissimo, senza individualismi. È stato un anno indimenticabile, in un città dove per sempre esisterà un solo mito: Maradona. Ho vinto perché dopo un lunghissimo corteggiamento sono riuscito a portare a Napoli proprio Spalletti. È stato un bellissimo matrimonio, talmente bello che quando mi disse che voleva andare via, l'ho lasciato andare», dice un brillante presidente del Napoli.

Tutti insieme appassionatamente, come non succedeva dalla notte della festa con la Sampdoria, quando Luciano trascinò il suo gruppo attorno a Nino D'Angelo che intonava "i ragazzi della Curva B". Spalletti e De Laurentiis ancora vicini, sia pure per poche ore. Li legherà per sempre la conquista di uno storico scudetto, dopo 33 anni di attesa e di sofferenza. «Questo premio è per tutta la città e per i suoi straordinari tifosi: senza di loro non saremmo arrivati qui. Ora sono un osservatore del campionato, l'Inter è giusto che sia prima in classifica per quello che ha fatto vedere. L'ho vista a Napoli, non è stato il risultato reale per quello che si è visto in campo. Ma nell'Inter vedo davvero tante qualità: la vedo una squadra matura, una squadra che è in rapporto, una squadra che è in relazione». Poi dice ancora: «Al Napoli ho visto fare splendide partite, la squadra non è riuscita a mantenere il ritmo che aveva in precedenza. Conosco bene Mazzarri, ha bisogno di tempo per mettere in pratica le sue idee. L'Inter ha molti meriti per la sua classifica, per il momento è in testa meritatamente».

È Spalletti l'allenatore più bravo della scorsa stagione, che dubbio c'era? Con tutto il rispetto per Maurizio Sarri e per Simone Inzaghi, pure conquistatore di una storica finale di Champions League con l'Inter. Ed è il Napoli la società dell'anno (battute Fiorentina e Inter) che è presenta al galà con il team manager Santoro, il dirigente Sinicropi. Lo scorso anno a giugno, alla vigilia dell'ultima giornata di campionato, sono stati assegnati i premi dalla Lega di Serie A, vennero scelti come migliori per ogni reparto: Provedel (Lazio), Kim (Napoli), Barella (Inter), Osimhen (Napoli). Kvaratskhelia vinse il premio come migliore del campionato e quello del gol più bello. Di Lorenzo è felice, ma il ko di domenica pesa ancora: «Se uno guarda il risultato, è tutto da buttare ma ci sono stati aspetti positivi, il fatto di essere tornati ad esprimere un buon calcio è un aspetto da cui ripartire». Sono i calciatori e le calciatrici a votare i propri colleghi, creando così una Top11. «Se uno guarda il risultato, è tutto da buttare ma ci sono stati aspetti positivi, il fatto di essere tornati ad esprimere un buon calcio è un aspetto da cui ripartire», ha commentato Giovanni Di Lorenzo riferendosi alla gara persa dal Napoli contro l'Inter domenica sera al Maradona.
 

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