Osimhen, rinnovo più vicino: «Siamo alla firma»

L'annuncio di De Laurentiis al Campania Terra Felix

Aurelio De Laurentiis con Victor Osimhen
Aurelio De Laurentiis con Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 3 Dicembre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 06:25
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Nessuna marcia indietro. «Lo stadio? Io sono pronto ma sono gli altri, i consiglieri comunali, che non vengono neppure al pranzo dove li ho invitati». Aurelio De Laurentiis è sempre all'attacco, pieno di idee e di progetti, in quell'arte in cui è insuperabile di non riuscire mai ad abbassare i toni di una polemica. «Non voglio la concessione per 90 anni: voglio la cessione del Maradona. Lo volevo già qualche anno fa ma c'era chi voleva fare il Masaniello (l'ex sindaco De Magistris, ndr), parlava dello stadio del popolo e non è che ha respinto il mio progetto ma non lo ha neppure valutato perché prevedeva una capienza di 41.500 spettatori». Si concede al Campania Terra Felix, il premio organizzato ogni anno a Pozzuoli dall'associazione dei giornalisti flegrei guidata da Claudio Ciotola. «Lo stadio è di tutti, ma poi quando c'è da spendere 70 milioni per Osimhen, i soldi li metto io. Allora, facciamo un azionariato popolare». Lo stadio, certo. Da qualche giorno ha in mente solo quello: effetto Bernabeu. Ma, forse, non manda giù la scelta di quei consiglieri comunali di dare la cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti tra qualche giorno. «Lo stadio in provincia? Perché no. Vi rendete conto che in altre città gli stadi il giorno della partita sono recintati per ore e da noi scorrono motorini e auto nel pieno del caos... Che fine farebbe il Maradona se andassi in un altro posto? La fine che hanno fatto le caserme quando sono state dismesse. Io nello stadio voglio mettere i soldi miei ma voglio essere io il padrone. A quale prezzo? L'impegno di realizzare skybox, fare lavori per portare il pubblico accanto ai giocatori come avviene in tutti gli altri posti». Condizioni che possono rendere difficile una trattativa.

Poi arrivano le note liete.

Anche se non si capisce mai se è l'ottimismo nel Dna del patron azzurro a parlare, o qualcosa si è mosso nelle ultime ore. «Osimhen? Siamo alla firma che è in sospeso da questa estate». Roba da champagne e fuochi d'artificio se non lo avesse già annunciato in estate sulla Msc Fantasia. Tredici appuntamenti non sono riusciti, poi, a definire i dettagli del prolungamento che tiene sul fiato in sospeso i tifosi napoletani. Ma colpisce l'ottimismo sulla buona riuscita dell'operazione da parte di De Laurentiis. La chiacchiera a Madrid con Calenda avvicina, quindi, alla fumata bianca che, sostiene De Laurentiis, sia imminente. Non resta che aspettare che il nigeriano metta quella firma che, il 19 ottobre, De Laurentiis disse di non voler più mettere: «Se dopo una stretta di mano le cose cambiano dispiace, ma la vita va avanti», ammise il patron. Evidentemente da allora, le diplomazie hanno ricucito le incomprensioni. Cambia faccia quando la domanda è sul futuro di Kvara. Si turba. «Ha ancora 4 anni di contratto, perché dovete sempre rompere il pasticciotto? Qui si piange sempre sul morto che non c'è, c'è sempre negatività». 

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«Per vincere questa sera ci vorrebbe anche un po' di fortuna...», dice sdoganando, al solito, un linguaggio che piace anche agli studenti della Multicenter School di via Campana che ospitano l'evento. Lo spiega: «Adesso siamo una squadra senza terzini sinistri. Ora la squadra è nella mani di Mazzarri che ha dovuto iniziare affrontando grandi avversari e che in soli due giorni deve preparare questa gara con l'Inter e poi ha anche la trasferta in casa della Juventus. Bisogna essere obiettivi in questo momento particolare: sono dei banchi di prova anche per Mazzarri ma non dobbiamo aspettarci troppo. Pur senza far venire meno l'ottimismo». Esclude di poter fare operazioni sul mercato. «Sappiamo quando tornano i nostri terzini e sono già passati alcuni giorni, presto saranno di nuovo in campo tutti e due». Torna sul match con il Real Madrid e fa sfoggio di grande eleganza. «Ci avevo fatto la bocca al pareggio, ma devo dire che non è una sconfitta bugiarda, perché il Real è più forte del Napoli e il suo allenatore è uno che ha, da sempre, la fortuna e la bravura per risolvere le partite nel finale. Ma non si può pretendere da un nuovo allenatore che subentra in due-tre giorni, di poter fare di più. E senza i suoi terzini sinistri». De Laurentiis non rinuncia a pensare in grande: «Ora siamo al 18esimo posto nel ranking Uefa ed eravamo al 550esimo posto quando sono arrivato: siamo in corsa per un posto del Mondiale per club. Ma c'è la Roma che, grazie a due coppette vinte e nonostante stia da tempo facendo male, potrebbe parteciparvi con l'Inter a nostre spese. Vediamo quando faranno il regolamento quello che succede». 

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