Napoli-Inter, probabili formazioni: Osimhen torna titolare, Natan a sinistra

Riecco Mazzarri dieci anni e mezzo dopo l'ultima volta

Victor Osimhen
Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 3 Dicembre 2023, 08:05 - Ultimo agg. 19:49
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Più che una grandiosa partita di calcio è una prova di misurazione della distanza attuale tra i campioni d'Italia e i principali favoriti alla successione al trono. L'Inter è un bivio? Sì, lo è. Scivolare a -11 significa, probabilmente, abdicare. Risalire a sei punti (dalla Juventus, ora capolista) vuole dire una nuova alba per questo campionato. E allora normale che siano quasi 55mila i tifosi oggi allo stadio, per un sold out che è anche il modo per dare il benvenuto al ritorno di Walter Mazzarri, dieci anni e mezzo dopo l'ultima volta sulla panchina azzurra al Maradona (era il 12 maggio del 2013, con il Siena). L'uomo venuto per mettere a posto le cose, in maniera semplice, senza chissà che invenzioni tattiche. Arriva una notte che vale tante risposte e un bel po' d'orgoglio: da giocare con Osimhen titolare e con Zielinski rimesso in piedi a tempo di record dopo la botta rimediata contro il Real (qualche dubbio, però, c'è sempre: Elmas è pronto). A Mazzarri gli occhi, dunque: in sette giorni sembra di essere davanti a un clamoroso caso di ipnosi collettiva, con un gruppo che sembra rinato dopo l'esonero di Garcia, capro espiatorio delle scelte del dopo-scudetto. Il tecnico di San Vincenzo ha rapidamente azzerato il passato recente. Ed è ripartito. Il Napoli di Mazzarri, tra Bergamo e Madrid, ha imparato a giocare come pensa e a pensare come gioca. Ora con l'Inter il test della verità. Walterone ha ipnotizzato il gruppo, fin dal primo giorno: «Datemi tutto voi stessi e non ve ne pentirete», ha spiegato con la sicurezza dell'audace uomo di spogliatoio. E i calciatori hanno subito iniziato a dargli retta, felici di potersi abbandonare finalmente a un tecnico che ha mostrato subito di volere il controllo del gruppo. Cosa non proprio semplice, tenendo conto della fragilità di un contratto ad interim di appena 7 mesi. 

Una vittoria a Bergamo e un duello a testa alta al Bernabeu sono il segnale del disgelo dopo il grande freddo: quindi, per stasera, la prudenza obbligata ma con squarci di ottimismo. C'era Aurelio De Laurentiis alla rifinitura di ieri a Castel Volturno e forse ci sarà anche questa mattina, quando la squadra si ritroverà nel solito hotel a due passi dalla Solfatara per le ore di vigilia. L'Inter è il passato di Mazzarri, il motivo per cui lasciò Napoli e disse di no al contratto in bianco che De Laurentiis gli portò nello spogliatoio. Ma è anche l'occasione per il Napoli per far pace con i propri tifosi, con la vittoria che manca da 65 giorni, alla gara con l'Udinese. Più di due mesi senza vittoria al Maradona. Osimhen sarà il titolare: il piano per il suo recupero è chiaro, ormai.

Mezz'ora a Bergamo, 45 minuti a Madrid e ora l'inizio da titolare. Poco importa che Simeone e Raspadori (che sta per diventare papà e ieri ha pubblicato ecografia della moglie) sembrano in condizioni persino migliori. Ma con Osimhen ogni impegno preso va rispettato. Zielinski ha recuperato dal trauma contusivo: stringerà i denti, nel caso, ma tocca a lui. A meno che stamane non accusi ancora il dolore, che ieri era quasi sparito. In quel caso, giocherebbe Elmas. I dubbi sono là dove le cose non girano per il meglio, ovvero in difesa. Anche Zanoli ieri non si è allenato per una lombalgia. E tradotto, vuol dire che tra i terzini in rosa resta solo Di Lorenzo. Ecco, quindi che le cose da cambiare non possono che essere poche. E su tutte c'è il ritorno di Ostigard, al posto del deludente Natan. Ma il brasiliano preso dal Bragantino questa estate con il compito di prendere il posto di Kim (che errore gigantesco di valutazione) potrebbe essere spostato a sinistra al posto di Juan Jesus, che è quello che appare tra i più stanchi. Insomma, una soluzione che conferma la piena emergenza in difesa. Nessun dubbio, invece, su chi andrà in porta: Meret ha letto delle critiche ma Mazzarri non vuole ballottaggi in porta. Nonostante l'errore di Madrid. 

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