Osimhen, il bomber nel nome del Signore: il significato della dedica al cielo dopo ogni gol

«Grato a DIO onnipotente», la didascalia delle foto dell'ultimo match

La dedica al cielo di Victor Osimhen
La dedica al cielo di Victor Osimhen
di Bruno Majorano
Martedì 14 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 07:10
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Ogni campione che si rispetti ha i suoi riti. Prendete Victor Osimhen, dopo l'infortunio allo zigomo non fa più a meno di quella mascherina protettiva in carbonio, che in realtà non gli servirebbe più. Lui, però, la considera una forma di scaramanzia, lo fa sentire più sicuro, lo fa sentire un supereroe, un supereroe del gol. Ma non è certo l'unico rito del bomber azzurro.

Perché Victor ha una profonda fede religiosa. È un cristiano credente, molto credente. E non serve andare a scavare nel suo passato per scoprirlo, basta dare una rapidissima occhiata alle sue attività sui social. Praticamente non c'è post nel quale non rivolga un ringraziamento a Dio per la forza, per i successi, per i gol e per i risultati. Non perde mai l'occasione per lanciare il suo grandissimo messaggio di fede, confermandosi ragazzo dai valori profondi, di quelli che vanno al di là del campo. Da ultimo il festeggiamento per la rete del raddoppio realizzata contro la Cremonese: «Grato a DIO onnipotente», con la parola Dio scritta interamente in maiuscolo.

Questa la didascalia delle foto della serata del Maradona, dal premio come miglior giocatore del mese di gennaio all'esultanza per il gol del 2-0. Ma basta scorrere sulla sua bacheca per trovare altre decine di ringraziamenti a sfondo religioso: per un gol, per una vittoria, anche solo per un gesto atletico strepitoso ai quai ha abituato i pubblico di fede napoletana. Perché Victor è così, un ragazzone buono come il pane e con un cuore grande. Ogni esultanza è accompagnata sistematicamente dal bacio e le dita al cielo per dedicare il gol ai suoi genitori che non ci sono più, e adesso ha aggiunto anche un pensiero alla figlia nata da pochissimo. La sua fede religiosa ha radici molto profonde, fin dai tempi in cui era in Nigeria e quando si è avvicinato alla cultura cristiana. Ancora oggi il legame è fortissimo, al punto tale che sul comodino della sua camera da letto a Napoli ha una Bibbia che non è messa lì come ornamento, a prendere polvere. Victor la consulta, la legge, la sfoggia e gli piace documentarsi sulla storia della sua religione.

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Il resto, invece, è storia nota, perché quello che sta facendo vedere in campo quest'anno è qualcosa di molto simile a un'immagine celestiale. E attenzione: il suo lavoro non si limita solo ed esclusivamente al contributo in termini di gol. Perché Osimhen si è reinventato leader carismatico di una squadra che oramai pende dalle sue giocate, ma non ne dipende. I compagni lo cercano e vorrebbero fargli segnare quanti più gol possibile per centrare anche il secondo obiettivo stagionale: la classifica marcatori. E lui ringrazia, anche se come ha detto Spalletti «i compagni lo cercano spesso perché vogliono fare gol e quando dai la palla a lui è più probabile che ciò accada». Di sicuro il suo contributo fin qui è stato fondamentale. I 17 gol (spalmati quasi tutti in campionato, più uno in Champions League) rappresentano la cartina del suo impatto devastante nell'economia del gioco del Napoli. Anche perché oggi Victor è un attaccante completo: si muove su tutto il fronte offensivo e ha imparato anche cosa vuol dire sacrificarsi per il bene della squadra. Corre come un matto su ogni pallone ed è il primo ad aiutare i compagni quando c'è da soffrire nella propria metà campo. È (anche) per questo che oggi Spalletti lo considera uno dei principali leader del suo Napoli, il giocatore che con i suoi strappi è capace di indirizzare l'andamento di una partita, ma anche di invertirlo se le cose non stanno andando nel verso giusto. Con Kvara ha composto una coppia delle meraviglie: non solo perché i due si cercano, ma soprattutto perché i due si trovano alla perfezione. Sembrano fatti l'uno per giocare al fianco dell'altro e, per fortuna di Spalletti, entrambi giovano con la maglia dello stesso colore. Una vera e propria benedizione, insomma, l'ennesimo disegno divino al quale Osimhen non smette mai di credere e che ringrazia costantemente. 

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