Napoli, rinnovo Osimhen: c'è da preoccuparsi? Ma DeLa lo accontenta

Victor ha faticato ad accettare la super valutazione fatta dal Napoli

Osimhen
Osimhen
di Pino Taormina
Lunedì 21 Agosto 2023, 09:11 - Ultimo agg. 22 Agosto, 09:31
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C'è da preoccuparsi? Oddio, Osimhen è fuori dal campo esattamente come in campo: un iradiddio. E anche imprevedibile, proprio come quando è circondato dai difensori avversari. Con la differenza che spiazza tutti: anche quelli che sono al suo fianco. E che per lui, da un mese e mezzo stanno laboriosamente lavorando al rinnovo ormai a un passo. E quando dice «De Laurentiis è il mio boss e a fine mercato capiremo» sembra far piombare indietro nel tempo quando Maradona fischiettava, nervosamente, per il Centro Paradiso dopo la mancata cessione al Marsiglia borbottando quel: «Ferlaino è il mio capo, quando vuole lui giocherò».

Torniamo alla domanda iniziale: c'è da preoccuparsi? Risposta: no. Perché quello che ha in testa Osimhen lo sanno tutti da mesi: il nigeriano vuole rinnovare con il Napoli ma solo a mercato concluso, dopo essersi girato attorno, dopo aver capito che il sogno della Premier non è realizzabile. Una legittima aspirazione: la serie A al fuoriclasse nigeriana ormai sta stretta. Non è colpa del Napoli se il campionato italiano è divenuto un torneo di passaggio. E quel «è il mio boss», nasconde il fastidio di una valutazione altissima, il famoso "duecentino" che ha messo in fuga tutti i pretendenti questa estate. Gli unici che non hanno alzato i tacchi e sono scappati via sono stati quelli dell'Ahli ma che a 200 milioni non sono arrivati.

No, non è un nuovo Ibra. Anche perché alle sue spalle c'è un manager con i piedi per terra e che fa di tutto per fargli comprendere la realtà. Faticosamente. Dunque, non c'è da temere un dietrofront: firmerà un contratto fino al 2026 a 12 milioni di euro di ingaggio, diritti di immagine da gestire insieme (con i suoi sponsor tutti per lui) e una clausola, una sola: valida anche per l'Italia da almeno 150 milioni. E che il clan del nigeriano vorrebbe fosse più bassa. Molto più bassa. In ogni caso, il colpo di scena non è previsto, tutto fila lentamente sui binari del prolungamento in azzurro. E subito dopo De Laurentiis dovrà anche affrontare la questione del rinnovo dell'altra stella azzurra, ovvero Kvaratskhelia che si prepara a presentare una richiesta da almeno 5 milioni di euro.

Una trattativa che si annuncia complicata.

Lui è altrove, in questo campionato c'è lui e poi gli umani. Due gol all'inizio, che biglietto da visita per il capocannoniere. Ha ragione De Laurentiis: impossibile rinunciare a lui. Anche perché si possono inventare tutte le diavolerie tattiche del mondo, filosofeggiare di falsi 9 e arte varia, ma il calcio resta quel gioco per cui chi fa gol vince e chi ha i migliori artisti nel genere alla fine gode. E in serie A non ce ne sono come Osimhen, c'è poco da fare. Anche Pier Paolo Pasolini, che il calcio lo amava e lo giocava, lo spiegava a modo suo: «Il capocannoniere del campionato è sempre il miglior poeta dell'anno».

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Il capocannoniere del campionato è questo ragazzo che continua a giocare con la mascherina anche se potrebbe togliersela perché lo zigomo frantumato ormai è guarito. Ed è merce rarissima: un centravanti vero. Garcia lo ha ripreso, lo ha invitato a difendere di più. Ma con il Frosinone si può anche perdonarlo. Lui nuota come uno squalo oltre le boe dell'area e, appena riceve la palla, la sposta e la calcia con rabbiosa sollecitudine. Arretrare per aiutare la manovra è una cosa in più che fa. Un dettaglio: con Spalletti aveva perso l'abitudine di lamentarsi platealmente con i compagni per un passaggio sbagliato o per altro. L'altro pomeriggio, in Ciociaria, certe scenette sono ritornate a vedersi.

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