Sogni spalancati. E quella vertigine chiamata scudetto che non lascia mai tranquillo il Napoli anche se lo elettrizza come nient'altro. L'aria frizzantina del primo posto apre i polmoni e gli orizzonti, invita all'ottimismo in vista del derby. La corazzata di Spalletti sbarca a Salerno sia pure non con la solita formazione attorno a cui ha costruito la grande fuga perché manca Khvicha Kvaratskhelia, rimasto a casa con la febbre. Luciano Spalletti ha smesso di nascondersi, certo gioca con le parole ma sa bene che ormai sono state varcate le terre da dove non si torna. «Non possiamo permetterci di dare solo il 99 per cento, potrebbe non bastare per vincere. Noi per riuscire a conquistare i tre punti dobbiamo sempre dare il 100 per 100». Un avversario facile, in teoria, ma nel pomeriggio più difficile, perché quegli 8 gol rimediati a Bergamo hanno scosso l'ambiente tra contestazioni, baraonda attorno al destino del tecnico, dietrofront e così dicendo. E Spalletti lo sa bene: «La partita avrà duemila difficoltà. Sarà una gara dura, in uno stadio caldo, ma nel nostro percorso non possiamo scegliere che tipo di gara affrontare: dobbiamo vincere sempre e mentalmente dovremo essere pronti alla determinazione dell'avversario. Sono contento di trovare ancora Nicola e mi pare che stanno studiando anche un cambio di modulo per affrontarci». Tra le duemila difficoltà anche l'assenza pesantissima di Kvara: è a pezzi per l'influenza, non riesce a riprendersi e in pratica non si allena da domenica. Dunque, Spalletti lo lascia a curarsi a casa. La sua maglia andrà, i dubbi sembrano pochi, ad Elmas.
La bellezza, lo spettacolo. Chissà. La realtà racconta invece un Napoli che questa sera con la Salernitana sa che il risultato viene prima di ogni altra cosa. Pure dei soliti occhi pieni zeppi di calcio-show. Questa squadra quasi perfetta ha lasciato segni ovunque e vuole farlo anche oggi, nel derby dell'Arechi. Nessuno, tranne l'Inter, è stato capace di mettere pensieri al Napoli, troppo per chiunque, smisurato e dunque fuori registro, fuori sintonia per il nostro campionato. «Non vediamo l'ora di giocare questa partite, noi siamo pronti a farlo perché l'unica cosa che conta è rendere felice la città.
Il Napoli sembra è una presenza del terrore per gli avversari. Spalletti avverte: «Sono contento di incontrare Nicola, mentalmente dovremo essere pronti alla determinazione dell'avversario, alla sua voglia di riscatto ma noi dobbiamo rimettere in campo le nostre armi migliori». Anche lui sa cosa significa rialzarsi dopo una mazzata: nel 2007 a Manchester la sua Roma prese sette gol e venne eliminata dalla Champions; la settimana dopo travolse per 4-0 la Sampdoria e poi andò a vincere 3-1 in casa dell'Inter di Mancini che a fine stagione avrebbe vinto lo scudetto. «Non guardo la classifica, non ci importa adesso. Siamo in testa ma c'è molta strada da fare ancora». Sì, in questo week end si chiude solo il girone di andata. Le vicissitudini in Procura federale della Juventus sono distanti, poco importano a Spalletti. Fa freddo nella rifinitura di Castel Volturno, è la prima settimana in cui la squadra si è allenata in un clima rigido. Juan Jesus si ferma nell'allenamento pomeridiano e non sale sul bus che porta la squadra in ritiro a Salerno. Il più carico di tutti sembra Osimhen. «È cambiato tantissimo, non reagisce più come faceva all'inizio. È un piacere vederlo giocare». Guiderà il tridente dove Raspadori sembra destinato a una partenza in panchina.