Salvatore Balzano, il tifoso imbucato alla festa scudetto del Napoli: «Mi sono sentito un bambino»

«Non è una cosa che si può vivere tutti i giorni ma solo una volta nella vita. È un'emozione che auguro a tutti i tifosi napoletani, ho realizzato un sogno»

Un frame dal video
Un frame dal video
di Roberta Avallone
Mercoledì 17 Maggio 2023, 08:11 - Ultimo agg. 18 Maggio, 18:28
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Incontrare i giocatori della propria squadra del cuore è un sogno, soprattutto se negli spogliatoi dopo la vittoria del terzo scudetto. Salvatore Balzano, ristoratore napoletano, ci è riuscito dopo il fischio finale di Udinese-Napoli. Il 4 maggio scorso erano 12 mila i tifosi napoletani alla Dacia Arena e se in tanti sono riusciti a festeggiare in campo, lui è riuscito a fare molto di più, anche con un pizzico di fortuna e sfrontatezza. 

«Sono andato ad Udine per caso - racconta Salvatore -, non ero mai stato in trasferta. Alla fine della partita ero ancora sugli spalti ma poi si è aperto un passaggio tra questi e i cartelloni pubblicitari e sono riuscito a passare assieme agli altri tifosi. All'inizio volevo limitarmi a questo.

Poi mi sono ritrovato davanti all'ingresso del corridoio che porta agli spogliatoi».

«Ho attraversato il varco con freddezza, stando al telefono e cercando di passare inosservato. Sono stato fortunato perché nello stesso istante si era creato un momento di forte tensione tra i tifosi dell'Udinese e del Napoli e una parte della sicurezza era dovuta intervenire per sedare la rissa. Inoltre, avevo lasciato la sciarpa sugli spalti, per cui non ero molto riconoscibile come tifoso, anche perché avevo una maglietta arancione», continua. 

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E come un moderno e bizzarro Dante, Salvatore era in viaggio verso il suo Paradiso, separato da un corridoio di 20 metri, il suo Purgatorio.

«Dopo aver percorso i pochi metri del corridoio mi sono ritrovato di fronte ai due spogliatoi, a destra quello dell'Udinese e a sinistra quello del Napoli. Ancora non c'era nessuno e allora ho aspettato che i giocatori entrassero. Il primo è stato Kvaratskhelia, poi Kim e Raspadori. Nessuno mi ha notato inizialmente anche se poi Politano e Kvaratskhelia hanno salutato mio figlio dal telefono. È stata un'esperienza assurda. Rrahmani ha capito che fossi un imbucato e mi ha chiesto chi fossi e il frame di quel video è andato virale. Molti giocatori mi hanno lasciato qualche gadget, come Lobotka e Raspadori", aggiunge. 

«Mi sono sentito come un bambino sulle giostre. Non è una cosa che si può vivere tutti i giorni ma solo una volta nella vita. È un'emozione che auguro a tutti i tifosi napoletani, ho realizzato un sogno», conclude.

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