Spalletti, il contratto è un rebus: le big d'Europa chiamano, De Laurentiis fa scattare il rinnovo automatico

Tottenham, United, Chelsea ed Everton pronte a fare follie

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti
di Pino Taormina
Venerdì 24 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 09:03
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Bisognerà fare, prima o poi, i conti pure con l'oste. Perché dare tutto per scontato, potrebbe essere un azzardo. De Laurentiis è stato chiaro e ha spiegato in maniera nitida, attraverso le parole di Giuntoli, che il Napoli farà scattare l'opzione fino al 2024 per tenersi stretto Luciano Spalletti: «È al centro del nostro progetto tecnico», ha spiegato il ds prima della gara di Reggio Emilia. Le intenzioni del club azzurro sono chiare da tempo. Figurarsi se il patron ha voglia di farsi scappare il tecnico che ha costruito questa macchina delle meraviglie che incanta ogni campo d'Europa. Ma Lucianone, l'imperatore del calcio italiano, cosa ha in mente? Ovviamente, i complimenti di Guardiola e di tanti altri lasciano capire come Spalletti abbia davvero tutti ai suoi piedi. Anche e soprattutto in Premier. E che la prossima estate potrebbe avere l'imbarazzo della scelta. Una rinascita e un riscatto sulla panchina del Napoli che gli ha consentito di uscire dall'ombra dopo l'esonero da parte dell'Inter che gli preferì Antonio Conte. Dunque, Tottenham, Manchester United, Chelsea ed Everton hanno iniziato a puntare gli occhi sul 64enne che sta stupendo l'Italia e l'Europa. E non solo: se è davvero a fine ciclo Klopp a Liverpool, i Reds un pensierino sono pronti a farlo. E non solo la Premier: se il Psg fallisce ancora una volta l'assalto alla Champions, gli emiri del Qatar non sono mai stati indifferenti alla nostra serie A. Ovvio, nessuno pensi a chissà quale trame. Inevitabile che SuperLuciano faccia davvero gola a tutti. Se tutti sono pronti a fare follie per Kvara, Osimhen, Kim, ovvio che tra le società che falliranno i loro obiettivi, vorranno azzerare tutto e ricominciare con la rivelazione di questa stagione. E Spalletti ha dimostrato nel Napoli, con una squadra che ha il quinto monte ingaggi della serie A, di poter dettar legge con il suo lavoro e il suo calcio.

La Premier, per prima cosa.

Lui, al momento glissa sul suo futuro, non ne fa accenno a nessuno. Dice «si mangia con il presente» e magari è facile pure immaginare che questo discorso gli faccia girare le scatole. Molto si deciderà ad aprile, dalla tempesta di emozioni che ne scaturirà quando lo scudetto sarà aritmetico, da quel colloquio finale con De Laurentiis che arriverà alla fine di tutto (anche della Champions), dal loro guardarsi negli occhi, dal loro scoprire le carte, finalmente. Alternative a Luciano ce ne sono ben poche, e De Laurentiis finora non le ha proprio vagliate, perché convinto di avere l'allenatore anche il prossimo anno: l'impressione è che aspetterà anche lui che Spalletti decida se gli va bene il rinnovo automatico, oppure avrà altre esigenze. E ne parlerà con lui. Nessuno a Napoli vorrebbe veder partire il condottiero del (quasi) terzo scudetto e che è a un passo dal traguardo storico dei quarti di finale in Champions. De Laurentiis ha spiegato che lui i contratti sa bene come farli. Tradotto, liberarsi non è mai facile. Ma è anche vero che un tecnico non può restare in un posto controvoglia, non è un calciatore con cui puntare i piedi e magari minacciarlo di metterlo fuori rosa (come è stato fatto con Milik o con Fabian). Motivo per cui, esercitata l'opzione, Spalletti dovrà dire la sua sul suo futuro a Napoli. Non è questione solo di ingaggio, ma magari avrà anche un peso perché altrove, pur di strappare il suo sì, saranno pronti a fare follie. Dunque, se il Napoli ha scoperto le carte, prima o poi toccherà a Spalletti farlo: resta e accetta il rinnovo automatico, oppure ha bisogno di un altro colloquio per capire il futuro (chi resta, chi arriva) e poi decidere? 

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Empoli è il luogo del cuore. Domenica resterà nella sua azienda agricola a pochi chilometri dallo stadio e poi rientrerà a Napoli per preparare la gara con la Lazio. Lo scorso anno dovette rinviare tutto: la sconfitta clamorosa del Castellani, la furia di De Laurentiis che inizialmente ordinò il ritiro punitivo per poi cambiare idea dopo uno scambio di telefonate con il tecnico, lo spinsero a tornare in treno con la squadra. Una gara piena di emozioni e suggestioni. La fatal Empoli, che un anno fa è costata la volata scudetto ma che ha poi consentito di gettare le basi su questa stagione: la settimana successiva, la presenza di De Laurentiis a Castel Volturno, servì per rinsaldare i nervi e per chiarire che Spalletti sarebbe stato l'allenatore del Napoli anche la stagione successiva. Però quelle critiche lo hanno bruciato, le ricorda tutte. Per questo, Empoli è un crocevia dei sentimenti: non solo perché è stata la prima panchina importante della sua vita da allenatore, ma anche per quella sconfitta di un anno fa che lo ha amareggiato e lo ha, probabilmente, ferito per gli eccessi di critiche che ha avuto. E che ha sempre ritenuto fuori luogo. Ha sempre considerato positiva (e ha pienamente ragione) la sua prima stagione al Napoli: doveva tornare in Champions ed è tornato in Champions. 

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