Sinner: «Devo diventare più imprevedibile. Mio padre mi aiuta a essere più motivato»

Le parole alla vigilia della sfida con Struff

Sinner: «La semplicità è la soluzione migliore, ma devo diventare imprevedibile»
Sinner: «La semplicità è la soluzione migliore, ma devo diventare imprevedibile»
Sabato 9 Marzo 2024, 14:44 - Ultimo agg. 17:10
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Jannik Sinner domani scende in campo a Indian Wells contro Jan-Lennard Struff. L'italiano è approdato al terzo turno dopo aver battuto Kokkinakis all'esordio nel torneo Master 1000 che si sta tenendo in California in questi giorni. L'altoatesino ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dell'incontro con il tedesco: «Sono uno che lavora tanto, sono preciso in qualsiasi cosa faccia: ora mi conosco molto meglio, conosco bene il team e ci capiamo un pò con gli sguardi. Sicuramente in partita quando mi sento bene faccio qualcosina in più per cambiare il gioco. Per il futuro mi potrebbe aiutare essere un pochettino più imprevedibile in campo. Ora sto facendo tante cose molto bene e spesso la semplicità è la soluzione migliore però poi più si alza il livello più devi essere imprevedibile».

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Il classe 2001 ha poi continuato parlando dell'incontro con Kokkinakis: «All'inizio non è mai facile perché cerchi buone sensazioni con il campo e con le palle, ma posso essere contento perché ho vinto con un avversario forte e una battuta efficace». «I traguardi si fissano uno per volta e quando ne raggiungi uno, inizi subito a focalizzarti sul prossimo - ha detto Sinner -. Io so di dover lavorare ancora tanto perché posso migliorare il servizio, posso giocare con più variazioni e posso crescere ancora fisicamente, per questo servirà tanta palestra».

Al fianco del tennista azzurro c'è anche il padre Hanspeter, un tifoso speciale: «Per questo torneo c'è anche lui che passa un po' di tempo con me e la squadra.

A casa cuciniamo insieme e facciamo anche delle attività un po' diverse ed è qualcosa che funziona perché poi quando mi alleno o gioco la partita ho ulteriori motivazioni».

Infine, Jannik ha concluso: «Giocando a tennis mi sono sempre divertito solo che non sapevo mai se far vedere queste emozioni o no. Adesso che lo faccio non c'entra di vincere o di perdere, ma comunque ti senti meglio. Questo sarebbe anche un consiglio per i ragazzini: alla fine è uno sport di divertimento, giochi una partita non giochi per la vita ecco quindi diciamo che da quel punto di vista credo di aver fatto un passo un buon passo in più, e secondo me è un passo anche anche importante».

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