Cavallarin è il titolare della società di cyber security We Are Segment, e ha spiegato cosa è successo: «Stavo facendo altre attività di ricerca in rete quando ho trovato qualcosa che non mi tornava, c'era un tassello diverso da quello che avrebbe dovuto esserci; in un'ora di controlli sono arrivato a scoprire nel sistema un baco. È stata un'intuizione, alla conclusione ci sono arrivato in un modo più artistico che scientifico». Cavallarin si definisce uno "smanettone", fin da quando aveva 12 anni, e ora è un "hacker etico": una volta scoperta la falla non ha chiesto soldi e ha aspettato che il baco fosse estirpato prima di divulgare la notizia: «Ho comunicato la cosa a Tor e loro due ore dopo mi hanno risposto, enormemente contenti e grati per essermi fatto vivo.
Essere un hacker significa mettere a disposizione le proprie conoscenze per risolvere i problemi».
Come funziona Tor?
Tor è un acronimo che sta per "The Onion Router": un sistema a "cipolla", perché funziona a strati. Il processo crittografico avviene a livelli, e si appoggia su volontari che mettono a disposizione dei nodi. Da lì passano le comunicazioni, che rimbalzano e rendono impossibile l'identificazione dell'autore dell'azione. Il percorso di ogni byte è casuale e non può essere replicato. Ogni dieci minuti il circuito cambia. Parole d'ordine: privacy e anonimato. Il prodotto più famoso della società è Tor browser, che si può installare su qualsiasi sistema operativo e permette di utilizzare questo sistema. Tor, nato per eludere la censura nei paesi autoritari, è diventato famoso per essere la porta di accesso al dark web. Una rete parallela a quella "pubblica", dove si trova di tutto: anche e soprattutto oggetti e contenuti illegali. Il dark web è comunque ormai una realtà consolidata: tanto che il New York Times ha annunciato di aver creato un dominio specifico per Tor.