ChatGPT Store, ora arriva il chatbot che si acquista su misura

Il 10 gennaio è stato aperto il GPTstore in cui creare e acquistare una versione personalizzata del software che utilizza l’intelligenza artificiale. Per OpenAI ci sono già tre milioni di profili. Dubbi sulla tutela del diritto d’autore e sulla protezione dei dati

ChatGPT Store, ora arriva il chatbot che si acquista su misura
di Andrea Boscaro
Mercoledì 17 Gennaio 2024, 11:44 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 17:14
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Dove eravate il 10 luglio 2008? Lo so.

È difficile richiamare questo giorno alla memoria: per fortuna in quella data non ha avuto luogo nessun evento drammatico e i campionati europei di quell’anno si erano conclusi per l’Italia ben prima e con una clamorosa sconfitta 3-0 con l’Olanda. Eppure, quel giorno ha cambiato le vite digitali di tutti perché ha visto la luce l’AppStore, poi seguito dal Google Play Store per i dispositivi Android: il telefono quel giorno ha cessato di essere uno strumento “chiuso” ed è diventato la piattaforma, oggi ben conosciuta, che ciascuno può arricchire con app e funzionalità sviluppate da soggetti differenti dai produttori.


IL MECCANISMO 

Chissà se il 10 gennaio 2024 potrà essere ricordato con la stessa forza? Di certo, per ora, possiamo registrare il fatto che ChatGPT ha aperto il GPTStore, una piattaforma in cui OpenAI sostiene siano già presenti 3 milioni di GPTs, versioni personalizzate del più noto chatbot basato sull’Intelligenza Artificiale Generativa. Crearne una è piuttosto semplice: se si è un abbonato a pagamento, basta sceglierne il nome, descriverne le caratteristiche, aggiungere alla conoscenza linguistica di ChatGPT documenti di cui la chat dovrà tenere conto per elaborare le sue risposte. In tal modo si ridurranno gli errori grazie a una interpretazione specifica dei termini gergali, un uso appropriato dei concetti e in ultima analisi un’adozione più pertinente del linguaggio.
Creare un proprio GPT privato può risultare molto utile sia per attività legate alla produttività personale che per la comunicazione esterna: un’azienda può addestrare un GPT con le campagne pubblicitarie precedenti cosicché il chatbot ne tenga conto per elaborare spunti validi per nuove iniziative e coerenti con lo stile fino a quel momento adottato.
Al momento, anche per la consultazione, il GPTStore delle chat pubbliche è disponibile solo per gli abbonati alla versione Plus e, provando i GPTs messi in evidenza, è possibile verificare la maggior efficacia con cui Consensus è in grado di produrre una bibliografia specialistica rispetto al ChatGPT standard: il suo addestramento su 200 milioni di pubblicazioni accademiche fa evidentemente la differenza.

Tra la conversazione con un testo e l’altro grazie a Books è poi possibile provare Alltrails per scegliere un’escursione o specificare le proprie intolleranze alimentari ed avere ricette o preparazioni di piatti appropriate grazie a Healthy Chef. Come era lecito attendersi, non mancano i GPTs per i solitari: “Ai girlfriend”, “Your girlfriend Scarlett”, “Virtual Sweetheart” sono i primi risultati che il motore di ricerca restituisce. Pur contrari alle regole dettate da OpenAI, questi esempi mostrano quanto il confronto iniziale con le app evidenzi alcuni interrogativi: dalla tutela del diritto d’autore alla protezione dei dati personali, come potranno essere fatte rispettare le regole all’interno di un ecosistema in cui esse sono ancora tutte da definire?


LO SVILUPPO 

La app economy ha richiesto anni per essere normata compiutamente con provvedimenti come, da ultimo, il Digital Markets Act che è volto a contrastare l’abuso di posizione dominante da parte delle piattaforme “gate-keeper” come Apple e Android: sarà sufficiente a garantire anche uno sviluppo equilibrato dei GPTs? Per il momento, essi non prevedono un modello di remunerazione per gli sviluppatori, ma è stato annunciato, per gli Stati Uniti, un primo programma nei prossimi tre mesi.
Superate le vicissitudini societarie che hanno imposto Sam Altman a capo di OpenAI, il lancio del GPTStore indica chiaramente la rotta: accrescere il patrimonio di funzionalità di ChatGPT ed estenderne le forme di monetizzazione. Di certo, la storia degli smartphone è stata letta e meditata con cura.

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