Biohacking, la nuova tecnologia che aiuta a migliorare le prestazioni di corpo e mente

Una serie di pratiche che, attraverso l'uso della tecnologia, possono aiutare a migliorare la qualità della nostra vita

Dispositivo biohacking
Dispositivo biohacking
di Clara Lacorte
Giovedì 29 Febbraio 2024, 16:54
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Non è raro, negli ultimi tempi, imbattersi nella parola «biohacking» quando si parla di benessere e salute. Letteralmente il termine ha il significato di “hackerare la biologia di ognuno di noi”, ovvero modificare e migliorare il proprio corpo. In parole più semplici con il biohacking, attraverso l’utilizzo di una tecnologia, è possibile controllare l’ambiente e il nostro corpo con l’obiettivo di trarre benefici a livello sia fisico che mentale. Il biohacking è caratterizzato da una serie di pratiche, alcune alla portata di tutti, che devono essere applicate in maniera graduale. Nato nella Silicon Valley, il biohacking ha fatto il giro del mondo diventando, in poco tempo, un elemento fondamentale nella vita di diverse persone. In particolar modo altleti, manager ma anche personaggi di Hollywood. 

«Si tratta di una serie di discipline che permettono alle persone di ottenere di più, di vivere meglio, di ottenere la tanto agognata longevità. Ma, soprattutto, ottenere delle maggiori prestazioni fisiche. Questo tipo di risultati possono essere ottenuti da manager, sportivi ma anche persone comuni che vogliono avere di più”, spiega Stefano Santori coach, biohacker e scrittore.
Tra le varie pratiche sicuramente la più comune è quella del digiuno intermittente, ovvero l’applicazione di un regime alimentare che prevede l’alternanza di periodi di digiuno con lo scopo di abituare il corpo al controllo e, nello stesso tempo, disintossicare l’organismo e ridurre i rischi di infiammazione.

Quando si sospende l’assunzione di cibo solido, in genere, si possono bere liquidi in particolar modo acqua.

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Una seconda pratica considerata fondamentale nel biohacking è il giusto controllo del sonno. Molti potrebbero pensare che si tratti semplicemente di dormire un numero corretto di ore per notte, oppure di andare a letto molto presto per evitare affaticamento al mattino. Ma non è solo questo. Per chi pratica il biohacking ci sono delle regole più rigide da seguire, ad esempio bisogna praticare la meditazione ogni sera prima di andare a dormire e consumare una cena leggera almeno quattro ore prima del sonno. E non solo, è bene evitare l’esposizione alla luce blu dei dispositivi elettronici un’ora prima di andare a dormire.

«Importante è, in primis, il rispetto dei ritmi naturali. Noi esseri umani non siamo nati per rimanere svegli di notte. In realtà siamo cablati per rispettare dei ritmi e degli orari. Un altro aspetto che è importante considerare, nel bene e purtroppo nel male, è l’alimentazione. Soprattutto quando ci riferiamo ad atleti i quali devono per forza seguire un regime alimentare, e non solo, di rigore. Altro approccio fondamentale è il movimento fisico per ottenere vantaggi importanti», chiarisce Santori.
Secondo il biohacking, inoltre, è necessaria la meditazione e la pratica della respirazione regolata per ottenere risultati a lungo termine. La disciplina personale, quindi, è alla base di tutto e tocca diversi momenti della vita di ogni individuo. Sicuramente ciò che rimane fondamentale è l’esercizio fisico costante.

Vi è però un punto abbastanza controverso quando ci riferiamo alla pratica del biohacking, come spiega lo stesso Santori «qualcuno dice che la tecnologia ci inquina e, quindi, chi fa biohacking non dovrebbe avere a che fare con dispositivi tecnologici. In parte è vero che l tecnologia tende a sballare un sistema, ma è anche vero che esistono tecnologie assolutamente amiche, in grado di aiutare le nostre prestazioni a migliorare. Uno degli esempi lo possiamo riscontrare nelle tecnologie indossabili, in grado di leggere i nostri parametri vitali aiutandoci a capire cosa sta andando bene e cosa male. Esistono poi anche device più attivi, che attraverso una particolare frequenza della luce aiutano il benessere».

Nonostante il biohacking si presenti come un valido alleato per monitorare il proprio corpo attraverso una vera «riorganizzazione» dell’organismo umano, è importante rispettare le volontà del proprio corpo. Le pratiche di biohacking, infatti, possono essere applicate anche in casa rispettando alcune semplici regole.

«Chiaramente il biohacking è fatto a livelli. Si può iniziare da un livello più semplice poi salire un pò come accade per molte discipline. Si può cominciare, per esempio, rispettando il ritmo del nostro corpo riducendo l'esposizione a luci forti o dispositivi elettronici prima di dormire. E ancora, aumentare il più possibile la distanza tra il momento in cui si consuma un pasto e quello del riposo. Un'altra pratica può essere quella del digiuno intermittente, per dare una sorta di pulità al nostro organismo. In particolare, molto utile è il digiuno intermittente serale, ovvero saltare la cena. Ovviamente il tutto deve essere fatto nel rispetto del proprio corpo e delle proprie esigenze» conclude Stefano Santori. 

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