Tecnologia, quali sono i lavori che potrebbero essere sostituiti dall'Intelligenza Artificiale

L'esperto Matteo Massaroli: «Siamo stati abituati ad usare la creatività da scudo, pensando che fosse la differenza fondante tra esseri umani e macchine»

L'Intelligenza Artificiale utilizzata dall'uomo
L'Intelligenza Artificiale utilizzata dall'uomo
di Clara Lacorte
Giovedì 8 Febbraio 2024, 11:07
5 Minuti di Lettura

Era il 1760 e in Inghilterra ebbe inizio la Prima rivoluzione industriale, durante la quale il settore tessile-metallurgico venne rivoluzionato dall’introduzione della spoletta volante e dalla macchina a vapore. Se prima di allora le botteghe dei maestri erano considerate il principale luogo in cui prendeva vita l’artigianato, con la prima rivoluzione industriale (e ancora di più con la seconda) la creazione di nuove macchine fece nasce il timore che le stesse potessero sostituire il lavoro degli uomini nelle fabbriche. Con il tempo, infatti, diverse mansioni più ripetitive e semplici vennero soppiantate in quanto rese, con evidenza, più veloci e precise dai macchinari.

Ebbene i timori che sembrano appartenere ad un lontano passato non sono tanto diverse da quelle che oggi viviamo con lo sviluppo sempre più veloce dell’Intelligenza Artificiale, la quale sta rivoluzionando diversi settori e si teme che la stessa possa sostituire l’uomo in diverse mansioni lavorative.

Alcuni esperti hanno messo in luce come l'IA rappresenti, se usata in maniera impropria, un vero pericolo per il lavoro dell'uomo. Vi sono, infatti, lavori più a rischio di altri, ma anche settori che potranno beneficiare dell’aiuto dell’Intelligenza Artificiale. Andiamo a vedere nel dettaglio di quali lavori si tratta.
 

Certamente al primo posto possiamo annoverare tutti quei lavori che richiedono mansioni sempre uguali, appunto ripetitivi, che con facilità possono essere riprodotti dall’IA. Si tratta, ad esempio, lavori amministrativi o addetti all’inserimento di dati in cui l’Intelligenza Artificiale potrebbe giocare un ruolo importante. 

Altrettanto a rischio sono i lavori di call center in cui, già in tempi più recenti, vi è stata l’introduzione della voce robotica o di sistemi di assistenza predefiniti.

Chiaramente questo comporta una riduzione di posti di lavoro, come già è accaduto per diverse aziende del settore, le quali hanno deciso di non assumere nuovo personale.

E ancora, i settori a rischio potrebbero essere quelli di tipo creativo, come ad esempio grafici, pittori, scrittori o creatori di contenuti. Diverse aziende, negli ultimi mesi, si stanno servendo dell’Intelligenza Artificiale per creare contenuti di marketing per le proprie imprese. Proprio il settore marketing e comunicazione legato all’IA, infatti, sta facendo numerosi progressi attraverso l’utilizzo di diversi supporti.

Non verranno risparmiati nemmeno i correttori di bozze, gli impiegati di banca ed i commercialisti. Questi tre ambiti, infatti, potranno presto essere sostituiti o affiancati dall’Intelligenza Artificiale.

L’esperto in IA e Metaverso Matteo Massaroli, a proposito di creatività nel mondo dell’Intelligenza Artificiale, spiega «Siamo sempre stati abituati ad usare la creatività da scudo, pensando che appartenesse solo agli uomini e che fosse la differenza fondante tra esseri umani e macchine. È stato dimostrato come le macchine possano essere creative, mai ci saremmo aspettati che, scrivendo due righe di testo, potessimo ottenere un prodotto creativo. A mio avviso dovremmo riscrivere il significato di creatività come un insieme di conoscenze».

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Nonostante i settori interessanti da cambiamenti negativi siano molti, l’Intelligenza Artificiale non è solo un mostro, un nemico da combattere. Può essere un potente alleato per diversi campi i quali potrebbero beneficiare dell’IA andando a migliorare la qualità e la quantità del lavoro. Ciò che fa la differenza, come in tutti i cambiamenti che riguardano la tecnologia, è la modalità con la quale si decide di servirsi di un determinato strumento.
«Ci sono ovviamente settori che verranno investiti positivamente dell’IA, come ad esempio la manifattura, il settore automobilistico e quello dell’educazione. Attraverso l’utilizzo di macchine e schermi possiamo, infatti, raggiungere angoli della Terra dove è difficile educare e formare persone. Si è già arrivati a parlare di “redditi universali” e della presenza, in futuro, di umanoidi al servizio di aziende. Un altro settore che verrà impattato positivamente dall’Intelligenza Artificiale è quello della sanità, in cui stiamo già vedendo risultati eccellenti. Recentemente Tommaso Calligari, un italiano, è riuscito a sviluppare un Parkinson Detector grazie proprio all’Intelligenza Artificiale» spiega Matteo Massaroli, protagonista prossimamente di un podcast in cui si parlerà proprio di intelligenza artificiale e tecnologia.

Sarebbe assurdo pensare che l’Intelligenza Artificiale possa soppiantare del tutto le capacità umane, ma è giusto considerare il suo utilizzo in ogni settore. Indubbiamente la creatività può, almeno in parte, essere acquisita da sistemi tecnologi come l’IA, ma ciò che l’essere umano può creare grazie al vissuto, all’esperienza e dal pensiero critico non potrà mai essere scalzato da nessun dispositivo tecnologico.

Dobbiamo però imparare a convivere, ad adattarci e usare con intelligenza l’IA affinché possa essere sempre l’uomo a domarla e mai lei a domare noi.
In tal senso è necessario «normare velocemente, nonostante le leggi abbiano dei tempi e la tecnologia corre e lascia indietro tutti. Nonostante l’IA possa essere utilizzata per un nobile scopo come quello di salvare il pianeta, se l’Intelligenza Artificiale vede nell’uomo l’unico pericolo per salvare il Mondo le conseguenze sarebbero catastrofiche» conclude Massaroli.

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