Da una condizione rarissima che non le permetteva di avere bambini a due gravidanze, grazie a una terapia che "modula" il sistema immunitario e che potrebbe servire anche ad aiutare molte altre donne, a partire da quelle a cui potrebbe essere stato danneggiato dal "long Covid". La storia riguarda una giovane donna italiana di 31 anni seguita dal centro sulla procreazione assistita del San Filippo Neri di Roma diretto da Arianna Pacchiarotti, ed è descritta sulla rivista «Annals of Case Reports».
«Questa paziente non riusciva ad avere figli, tanto che si era rivolta a noi per una fecondazione assistita di secondo livello, anche se neppure questo tipo di tecniche riusciva ad avere successo, gli embrioni non si impiantavano - spiega Pacchiarotti -. Durante le visite ci siamo accorti che aveva un problema rarissimo, con alcune linee cellulari che avevano un gruppo sanguigno diverso da quello della ragazza, e questo creava degli anticorpi "incrociatI" che attaccavano gli ovuli. Abbiamo pensato quindi di usare la "Sat", una terapia con seroormoni tessuto specifici, dopo la quale la paziente ha avuto due gravidanze, una già terminata con la nascita di un bambino e l'altra in corso». Nel caso specifico la donna aveva un deficit delle cellule del sistema immunitario dette "linfociti natural killer", che sono fondamentali nella fase iniziale della formazione della placenta, e la cui carenza porta a un deficit di ossigeno a questo organo, oltre a cambiarne la struttura.
La terapia - La terapia è già usata come supporto nella cura dei tumori, per ripristinare il sistema immunitario.