Si pagherà un po’ di più, per via del Covid e dell’aumento dei costi di conferimento in discarica. Se la Tari non è lievitata in maniera più consistente è grazie al contributo dello Stato, che ha messo 640 mila euro. Per il resto, in media costerà il 4,6 per cento più dell’anno scorso. Ma sul Pef (Piano economico finanziario) dei rifiuti è già polemica: ieri mattina in commissione il sindaco Giovanni Arena, che detiene la delega, non era presente. La delibera non è stata quindi votata e andrà direttamente in aula martedì prossimo.
I Pef 2020 e 2021 a confronto: la cifra secca è rispettivamente di 11 milioni e 693 mila euro contro gli attuali 12 milioni e 231 mila. A questi vanno sottratte alcune voci tra cui i contributi del Miur (55 mila e 53 mila euro) e il recupero evasione Tari, che è passata dai 143 mila euro del 2019 ai 130 mila del 2020. E per l’anno in corso anche i 640 mila euro dello Stato. Alla fine, se l’importo da finanziare con la Tari l’ultima volta era arrivato a 11,4 milioni, oggi è 11,1.
E qui si arriva agli importi per ogni settore, divisi tra quota fissa e variabile.
I ristoranti, pub e pizzerie? Fissa da 8,76 a 8,75, ma variabile da 3,69 a 4,30. Bar e pasticcerie? Fissa immutata a 7,66, variabile però in crescita da 2,97 a 3,46. Per le attività produttive però scatteranno le agevolazioni, dal 20 al 50 per cento, a favore di quelle che hanno subito le chiusure a causa della pandemia.
Intanto è già polemica. «In commissione – dice il capogruppo del Pd Alvaro Ricci – il sindaco non si è presentato. E si ostina a tenere la delega». Il dirigente Eugenio Monaco invece per motivi personali a un certo punto si è dovuto assentare. E così Sergio Insogna (Fondazione) ha proposto di rinviare la discussione in aula.