Milano, segretaria condannata per aver sottratto 800mila euro all'azienda: «Così si è comprata casa e un'auto»

La cifra rubata in 13 anni attraverso assegni corretti, bonifici inesistenti, pagamenti online. La difesa: vittima di usura

Segretaria
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Lunedì 13 Maggio 2024, 11:41
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Marina era una segretaria «quasi perfetta», o almeno è quello che dava l'idea di essere. Peccato che in 13 anni avrebbe sottratto - secondo il Tribunale di Milano che l'ha condannata in primo grado - quasi 800mila euro dalla società per la quale lavorava e della quale un ingegnere milanese era amministratore e socio unico. Una cifra considerevole, con la quale la 53enne avrebbe usato per comprare una casa, un'auto per il marito e per finanziare l'istruzione universitaria della figlia.

Il metodo

La vicenda è ricostruita da Repubblica.

Dal 2005, Marina avrebbe iniziato ad abusare della fiducia che il suo datore di lavoro aveva riposto in lei. Utilizzando la sua posizione privilegiata, avrebbe falsificato e alterato documenti bancari per deviare fondi dell'azienda verso il suo conto personale.

Tra le sue tecniche, l'aumento degli importi su assegni già firmati dall'ingegnere, la creazione di bonifici inesistenti a favore dell'azienda di suo marito e l'uso di assegni circolari e pagamenti online a favore di terzi, sempre con la falsa firma del suo capo. Nonostante la lunga durata delle sue attività illecite, che sono continuate indisturbate per tredici anni, è stato solo con l'avvento della crisi finanziaria nel 2018 che le irregolarità sono state scoperte. La crisi ha messo a dura prova le finanze dell'azienda, portando alla luce le anomalie nei conti gestiti da Marina.

Il processo

Durante il processo, la segretaria non ha potuto negare le accuse, dati gli schiaccianti riscontri documentali presentati dalla Guardia di Finanza. Ha tentato di difendersi sostenendo di essere stata vittima di usura, ma senza fornire prove a sostegno della sua affermazione. Il tribunale, non convinto dalla sua difesa, ha emesso una sentenza di due anni di reclusione, con la condizione che potrà accedere alla sospensione condizionale della pena solo se restituirà almeno 400 mila euro all'ingegnere.

Il caso ha anche sollevato questioni riguardanti la sorveglianza bancaria, con il tribunale che ha rilevato alcune leggerezze nei controlli da parte della filiale di Banco Bpm. Tuttavia, non sono emerse prove di una complicità concreta tra i funzionari bancari e la segretaria.

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