«Poveri, in Campania un bollettino di guerra»

«Poveri, in Campania un bollettino di guerra»
di Gerardo Ausiello
Sabato 10 Ottobre 2015, 13:20
3 Minuti di Lettura
Calo demografico, nessun segnale di ripresa sul fronte industriale, aumento della forbice tra ricchi e poveri. È la miscela esplosiva con cui devono fare i conti Napoli e la Campania, dove gli effetti della crisi economica sono ancora drammatici.



Così come lo sono nel resto del Sud. Basti pensare che il 40 per cento della popolazione è al di sotto della soglia di povertà ed è aumentato il divario con il Nord, che ora sfiora i 30 punti percentuali. Eccolo il quadro che emerge dall'ultimo bilancio sociale della direzione regionale per la Campania dell'Inps, illustrato ieri in città nel corso di una manifestazione alla Camera di Commercio, guidata da Maurizio Maddaloni, a cui ha partecipato anche il presidente dell'Istituto della previdenza sociale Tito Boeri. L'aspetto più preoccupante è quello relativo all'«allargamento della forbice tra i poveri, che sono diventati ancora più poveri, ed il resto della popolazione».



Gli effetti di una caduta così accentuata dei redditi sulle condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione hanno prodotto inevitabilmente un significativo peggioramento delle loro condizioni di vita quotidiana. Al tempo stesso, si legge nel bilancio sociale, «l'attività economica in Campania è rimasta pressoché stazionaria» mentre in parallelo si registra la riduzione del numero di nascite (-8436, pari a -0,14 per cento). A fronte di questi numeri, Boeri non nasconde le sue preoccupazioni: «Le cifre sulla disoccupazione e sulla povertà in Campania sono da bollettino di guerra - chiarisce - L'Inps si trova ad operare in una realtà molto difficile, siamo impegnati attivamente al fronte e siamo riusciti ad erogare le prestazioni sociali tamponando gli aspetti più critici di questa interminabile crisi».



Nonostante i dati allarmanti, spiega Boeri, «ci sono alcuni segnali positivi nel mercato del lavoro anche se il quadro resta grave». E allora, avverte il presidente dell'Inps, bisogna subito correre ai ripari: «È necessario fare di più e questo è un compito che non spetta solo all'Inps ma anche all'iniziativa legislativa, al governo. I cittadini - osserva - devono però sapere che c'è un'amministrazione pubblica in grado di dare risposte perché i cittadini hanno un diritto soggettivo ad usufruire di determinati trattamenti». In questa direzione Boeri auspica che «nella legge di stabilità o in misure ad essa collegate ci siano misure di contrasto alla povertà», anche se frena su interventi differenziati per il Sud: «Credo siano molto pericolosi perché poi alla fine portano ad interventi parziali e marginali». Al presidente dell'Inps risponde il sindaco Luigi de Magistris, secondo cui «Napoli ha bisogno delle istituzioni nazionali, non tanto dei bollettini di guerra. Sappiamo che la situazione è difficile. Che ce lo vengano a ricordare così va bene ma fino ad un certo punto». L'ex pm non fa sconti neppure alla politica nazionale: «Faccio il sindaco da quattro anni e tutto quello che si vede in questa città è frutto esclusivamente dei napoletani e di coloro che hanno deciso di investire qui.



Abbiamo bisogno di attenzione, sostegno e rispetto della nostra dignità.
Se si vuole affrontare il tema del lavoro bisogna mettere in atto politiche industriali che ad oggi non vedo, vedo solo la compressione dei diritti ad iniziare dal Jobs Act», insiste de Magistris per il quale «sul lavoro c'è una responsabilità nazionale enorme» visto che «è il primo diritto della Costituzione eppure non è nell'agenda di questo governo né di quelli precedenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA