Étienne-Jules Marey, il «Leonardo da Vinci del XIX secolo» torna a Napoli

Étienne-Jules Marey, il «Leonardo da Vinci del XIX secolo» torna a Napoli
Lunedì 27 Aprile 2015, 13:25
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Chi ricorda, a Napoli, Étienne-Jules Marey? Eppure, circa 150 anni fa, lo scienziato francese ha vissuto sulla collina di Posillipo, tutti gli inverni, per oltre 20 anni. Amico di Anton Dohrn, Marey ha sviluppato proprio a Napoli molti dei suoi esperimenti e della sua strumentazione, tanto da meritarsi il soprannome di « il pazzo di Posillipo».



All'epoca infatti, non era raro incontrare questo barbuto uomo armato che mirava e sparava agli uccelli. Il suo fucile, però, non li uccideva, al contrario, li prendeva in fotografia. Il prossimo 28 aprileÉtienne-Jules Marey ritroverà la sua terra d'elezione, grazie al documentario «Étienne-Jules Marey, Scienza nel mattino dell'Arte» che sarà presentato in anteprima nazionale all'Istituto Francese di Napoli alle ore 18, in presenza delle registe Julia Blagny, Anne Bramard-Blagny e Josette Ueberschlag. Era ora di rendere la giusta importanza a questo Leonardo da Vinci del XIX secolo. Molte delle immagini da lui prodotte sono note al grande pubblico, come ad esempio « la camminata dell'uomo» o il «volo dell'uccello».



Ma pochi sono coloro che immaginano il lavoro che c'è dietro a queste immagini. Un lavoro, quello di Marey scienziato, ingegnere e inventore, che si è svolto principalmente durante il suo ritiro napoletano. Con la complicità dell'amico Anton Dohrn e della Stazione Zoologica da lui fondata, Marey aveva infatti a disposizione una serie di animali, soprattutto razze e stelle marine, da poter studiare nell'acquario installato direttamente nella sua torre laboratorio di Posillipo. Lo scienziato poteva quindi dedicarsi comodamente ai suoi esperimenti, sfruttando la luce naturale della baia napoletana.



La necessità di capire la dinamica del movimento, scomponendolo in sequenze di immagini sempre più ravvicinate, lo spinge a sperimentare quella che diventerà la pellicola filmica. I primi film realizzati da Marey, al solo scopo scientifico, ritraggono l'infrangersi delle onde sul lungomare partenopeo. Dalla scienza all'arte, il passo è stato breve. Non deve sorprendere quindi che pittori, fotografi, musicisti e artisti di tutti i tempi, si siano lasciati sedurre dalle immagini di Marey, ispirandosi a lui per le proprie opere. Il più noto è senza dubbio Marcel Duchamp che, con il suo «Nudo che scende le scale», riprende esattamente la visualizzazione della scomposizione del movimento introdotta da Marey.



Ma non va dimenticato l'utilizzo che il Futurismo italiano farà di queste tecniche di rappresentazione del movimento per rendere l'idea della velocità e del dinamismo.
Questo documentario dà voce a pittori, fotografi, musicisti ed esperti in arti digitali, nonché a un designer, a un professore di cinema e fotografia, a un conservatore di museo. Ma non dimentica neanche le eminenti personalità scientifiche che a Marey hanno dedicato diversi studi per illustrarne il singolare percorso. Riccardo De Sanctis e Liborio Dibattista, rispettivamente storico delle scienze e docente di Storia della Scienza all'Università di Bari, svelano i particolari del soggiorno napoletano dello scienziato francese, mentre Thierry Pozzo, direttore di un laboratorio dedicato allo studio del movimento all'Università di Borgogna, e Alain Berthoz, professore al Collège de France, con la medesima cattedra che fu di Marey, illustrano l'eco dei suoi lavori nella scienza moderna.
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