Naples à Paris, al Louvre ​il grande cinema napoletano

Isabella Rossellini e Paolo Sorrentino testimonial d'eccezione

Paolo Sorrentino
Paolo Sorrentino
di Titta Fiore
Lunedì 13 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:31
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Da «Viaggio in Italia» di Rossellini a «Le mani sulla città» di Rosi, da «Ricomincio da tre» a «È stata la mano di Dio», da Martone a Capuano, da Sophia Loren a Totò: si completa con un viaggio nel cinema di ieri e di oggi la grande mostra sulla cultura napoletana in corso a Parigi grazie alla collaborazione tra il Louvre e il Museo di Capodimonte. Un vero e proprio festival multidisciplinare che spazia tra il patrimonio artistico di valore assoluto custodito nella Reggia borbonica e il teatro, la musica e l'immaginario cinematografico nati all'ombra del Vesuvio. E così, mentre nella Grande Galerie fino al prossimo gennaio si potranno ammirare nel loro splendore i settanta capolavori arrivati in prestito da Napoli, e dopo l'omaggio alla drammaturgia di Eduardo diretto da Emmanuel Demarcy-Mota e il Paisiello del San Carlo, ecco dal 17 al 26 novembre la ricca panoramica sui film più significativi girati nella città porosa dal dopoguerra ai nostri giorni.

A parlare di «Naples dans le regard des cinéastes» (Napoli nello sguardo dei cineasti) nell'Auditorium Michel Laclotte, con il curatore della sezione invitato dal Louvre, Antonio Monda, saranno due testimonial d'eccezione: Isabella Rossellini e Paolo Sorrentino.

Entrambi hanno avuto «carta bianca» nella scelta di una rosa di titoli particolarmente indicativi del multiforme talento napoletano da mostrare al pubblico francese. «Poche città al mondo hanno rivelato al cinema, come ha fatto Napoli, l'arte di mescolare con una tale energia e un tale fervore tragedia e commedia» dicono i responsabili del Louvre elencando i registi, gli attori e i produttori che hanno contribuito a fare grande l'audiovisivo partenopeo, «senza dimenticare i luoghi stessi, che sono molto più di un semplice sfondo». E le scelte dei due artisti ospiti vanno, appunto, in questa direzione.

Paolo Sorrentino, intervistato sabato prossimo da Monda, ripercorrerà le tappe del suo cinema, che cominciò proprio a Napoli con «L'uomo in più» e qui è tornato, dopo le grandi soddisfazioni dell'Oscar e di tanti altri successi, prima con il suo film più personale, «È stata la mano di Dio», e ora con una storia inedita, dal titolo provvisorio «Partenope», ancora in fase di montaggio. Il regista de «La grande bellezza» ha puntato su cinque film che raccontano ciascuno, a suo parere, un aspetto centrale della città, della sua gente, della storia e dell'immaginario che l'avvolge. Ecco allora «L'oro di Napoli» di Vittorio De Sica («con il film ho un legame personale: la prima sceneggiatura che ho scritto, “Polvere di Napoli” di Antonio Capuano, rendeva omaggio a quest'opera»). Poi «Ricomincio da tre» di Massimo Troisi («per noi napoletani più di una rivoluzione, è stata una rivelazione»); e «Morte di un matematico napoletano» di Mario Martone, con una «interpretazione indimenticabile di Carlo Cecchi» (entrambi i film saranno presentati dallo stesso Martone). Quindi «Vito e gli altri» del suo maestro Capuano («una nuova irruzione nel neorealismo») e «Le mani sulla città» di Francesco Rosi («un film modernissimo, che amo per la sua energia»).

La madrina del festival Isabella Rossellini ha voluto, invece, che l'omaggio a Napoli fosse, nello stesso tempo, un omaggio al cinema di suo padre Roberto e a sua madre Ingrid Bergman. Del maestro del neorealismo si vedranno «Viaggio in Italia», «Il miracolo», dal dittico «Amore», e l'episodio «Napoli» di «Paisà». Nella serata d'apertura, venerdì, l'attrice racconterà i suoi «coup de coeur» mostrando, tra l'altro, materiali inediti dall'archivio di famiglia sul legame particolare che Rossellini aveva con la città. «Mio padre era innamorato di Napoli e dei suoi dintorni» ha detto Isabella, ricordando il Vesuvio, grandioso e fragile come la vita, e il misterioso legame che nella nostra cultura unisce i vivi e i morti, la luce e le tenebre: «Ci portava in Costiera per le vacanze e ci faceva scoprire Pompei, le grotte sotterranee, Pozzuoli e la sua terra ribollente, il museo archeologico...». Completano il suo percorso per immagini il tenero omaggio a Luciano De Crescenzo, amico affettuoso di una vita, con «Così parlò Bellavista» e l'affresco sulla musica napoletana fatto da John Turturro in «Passione», prima di passare la mano a Sorrentino con la proiezione di «È stata la mano di Dio».

Ma non è finita qui. «CineNapoli» si arricchisce di altri sguardi d'autore proponendo in rassegna anche «Matrimonio all'italiana» di De Sica con la coppia d'oro Loren-Mastroianni, «Carosello napoletano» di Ettore Giannini, «Le quattro giornate di Napoli» di Nanni Loy, «La pelle» di Liliana Cavani e un'intervista a tutto campo con Erri De Luca, uno dei nostri scrittori più amati in Francia. Il gran finale, sabato 26, con «La banda degli onesti», in gloria di Totò e della sua irresistibile comicità. 

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