Giubileo. Bruno Forte: «Il laicismo ideologico porta integralismo e violenza»

Giubileo. Bruno Forte: «Il laicismo ideologico porta integralismo e violenza»
di Donatella Trotta
Martedì 8 Dicembre 2015, 09:30 - Ultimo agg. 20:48
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«I tempi sono maturi, per l'Europa, per fare un serio esame di coscienza sul suo ruolo in un mondo in fiamme». Usa simbologie molto concrete monsignor Bruno Forte per connotare l'evento storico che si apre in un momento di grandi tensioni nello scenario geopolitico mondiale: «Il laicismo come ideologia fomenta l’integralismo e la violenza», dice lanciando un monito: «Bisogna ritrovare il coraggio dell’identità non contro, ma a favore dell’incontro con l’altro».

Il dialogo può avvenire quando esistono identità chiare a fronteggiarsi: non trova invece che l'Europa presenti un'identità divisa e conflittuale, nelle cui faglie più facilmente può insinuarsi il nemico invisibile del terrorismo?
«Il problema è serio. Storicamente, l'Europa nasce dalla confluenza di tre anime: quella del suo sostrato greco-latino, quella ebraico-cristiana che è stata il suo fermento e quella germanica, che pure ha portato contributi significativi di storia e di cultura. Elemento comune è l'idea di persona, con la sua dignità unica e irripetibile. L'unità dell'Europa si è costruita sul principio persona, e sul principio solidarietà entrambi vincolanti per una convivenza civile basata sull'etica della responsabilità declinata sia in senso laico che religioso. Anche i grandi movimenti rivoluzionari del XVIII e XIX secolo avevano come obiettivo un progresso che doveva riguardare il comune destino dell'umanità. Oggi non è così: l'immagine è quella di un'Europa disgregata che ha negato questo sistema di valori, divenendo un'entità non solidale, ripiegata su interessi particolaristici, privati, individualistici: terreno fertile per nazionalismi ed estremismi di ogni segno. E in nome di una libertà e di un progresso opposti ai principi dei suoi Padri fondatori, l'Europa sta paradossalmente smentendo le sue radici profonde. Quanto al terrorismo, mi sembra generato da una complessità di ragioni».

Quanto questa negazione ha a che fare con quelle radici cristiane rimosse dal Preambolo della Costituzione europea, e non solo, a favore di un relativismo etico denunciato a suo tempo da Benedetto XVI e sul quale oggi, in Italia, sta tornando a interrogarsi anche il pensiero laico?
«A me sembra che il conflitto non sia tra pensiero laico e pensiero religioso, che come tali possono incontrarsi e dialogare perché il problema, come sottolineava Bobbio e come ha mostrato il cardinale Martini con la cattedra dei non credenti, è essere "pensanti"; il nodo, semmai, sta nell'avvento di un certo laicismo diventato ideologia. La laicità è un valore, che tutela l'autonomia del mondano e la dignità della persona; il laicismo invece è pregiudizio, disconoscimento dell'altro, rifiuto di ogni riferimento alla trascendenza. Ecco perché occorre un serio esame di coscienza, da parte di tutti: per una consapevolezza critica dei rischi di una mentalità laicista che può far aumentare integralismi e violenze, di qualunque segno, usando persino la religione come arma, pro o contro. Mentre una sana laicità può aiutare tutti ad essere più umani, a prescindere dalle proprie fedi religiose».






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