Sannio, acque con percolato, New Vision: «Arrivano da altri impianti»

Dopo la recente denuncia, tubatura sostituita, ma per gli attivisti «il problema è stato solo spostato»

Il percolato a Sassinoro
Il percolato a Sassinoro
di Luella De Ciampis
Martedì 23 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:06
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«Il problema dell'acqua che usciva da un tombino e invadeva la strada, riversandosi nei campi adiacenti è stato “spostato” ma non risolto». Così il comitato civico «Rispetto e tutela del territorio» di Sassinoro commenta l'intervento effettuato per evitare che l'acqua invadesse la sede stradale sulla quale insiste l'impianto di compostaggio.

«Nei giorni scorsi - spiegano gli attivisti – è stata sostituita una tubatura, smembrata da una radice, che determinava l'allagamento della strada. Adesso, l'acqua non affiora più dal tombino ma continua il suo corso sottostrada fino ad arrivare ai bocchettoni di un muro di contenimento e a raggiungere i campi per poi continuare il cammino verso il fiume. L'acqua delle pozze che si erano formate per parecchi mesi contiene percolato, come dimostrano le analisi in nostro possesso che abbiamo pubblicato sul sito del comitato. Attualmente, continuano a scorrere liberamente perché mancano sia la fossa settica che il depuratore deputati a raccoglierle.

Invece, i prelievi effettuati dagli enti preposti hanno evidenziato che la campionatura era insufficiente per dare una risposta. A nostro avviso, il problema, lungi dall'essere stato risolto, si è aggravato mettendo a rischio falde acquifere soggette a potabilizzazione per oltre 700 milioni di euro».

Il loro auspicio «è che le autorità competenti intervengano ed eseguano controlli mirati a stabilire perché l'acqua continua a uscire sempre, anche quando non piove per settimane, ben sapendo che della situazione sono al corrente tutti perché abbiamo inoltrato denunce nelle sedi istituzionali competenti senza ottenere risposta. Da anni stiamo denunciando pubblicamente quanto sta accadendo nel nostro territorio per mettere in moto una macchina che poi puntualmente rimane ferma. Adesso noi abbiamo gli atti istituzionali mirati e definitivi, in grado di mettere in sicurezza le nostre aree e di porre fine ai disagi della gente che in quei campi ci abita e ci lavora».

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La battaglia del comitato civico continua ma la New Vision non ci sta ed espone le sue ragioni. «I carabinieri della forestale – spiega Rosaria Longobardi, proprietaria dell'impianto – in seguito a un sopralluogo, hanno stabilito che i liquidi non provengono dall'impianto. Noi abbiamo una fossa settica che, periodicamente viene svuotata, inoltre la curatela a cui facciamo capo, ha richiesto al sindaco una mappa delle tubature per avere un quadro chiaro della situazione ma dal Comune ci è stato risposto che non c'è alcun progetto al riguardo. In quello scarico noi gettiamo l'acqua di prima pioggia filtrata, disoleata, depurata e analiticamente controllata con cadenza ciclica. Nell'area Pip, a monte del nostro impianto ci sono altre aziende che scaricano nella stessa condotta e noi non sappiamo se siano in possesso della stessa autorizzazione che a noi ha rilasciato il Comune.

Il percolato prodotto dalla lavorazione dei rifiuti, che è pari a un milione e 500 mila litri all'anno, viene raccolto regolarmente in una vasca a tenuta stagna e inviato agli impianti di depurazione. Prendiamo rifiuti solo dai Comuni del Sannio e, attualmente, sono 32 i centri della provincia di Benevento che fanno riferimento a noi, abbattendo notevolmente i costi di gestione dei rifiuti. Invece, il compost ottenuto, nell'impianto, definito minimo e indispensabile e riconosciuto dalla Regione viene utilizzato come fertilizzante biologico. Un impiego che abbiamo ampiamente illustrato agli studenti nel corso della fiera “CampaniaAlleva” che si è conclusa domenica, allo scopo di informare i giovani sul nostro operato».

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