Caserta. Ambiente, l'allarme del pm Urbano: «Enti e associazioni in fuga dal processo»

tribunale Santa Maria
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di Marilù Musto
Mercoledì 25 Maggio 2016, 23:36 - Ultimo agg. 26 Maggio, 10:26
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Caserta. «Legambiente e i comuni non si sono costituiti parte civile nei processi per reati ambientali, in un caso avevo chiamato io i legali di Legambiente invitandoli a partecipare all’udienza preliminare, ma non sono venuti». Dopo i proclami e le denunce sui giornali, nessuno si presenta in tribunale per toccare con mano il lavoro delle magistratura contro chi si rende protagonista di crimini contro l’ambiente. Lo dice chiaro e tondo il pubblico ministero Giacomo Urbano, toga del pool di magistrati che si occupano di reati ambientali alla procura di Santa Maria Capua Vetere. Urbano è il pm che ha sequestrato Cava Monti, la discarica delle fumarole a Maddaloni, ma anche la ex sede della ex Pozzi Ginori, tra Sparanise e Calvi Risorta. Oltre ai reati comuni, ci sono quelli che toccano il territorio e lo distruggono. E sono più temibili per la salute di tutti, uccidono lentamente, dopo anni di accumuli di tossine nel corpo.
Su questi reati la procura lavora in silenzio, con discrezione, ma spesso è sola: «Stiamo monitorando il depuratore di Marcianise che abbiamo in gestione - spiega il procuratore capo, Maria Antonietta Troncone - ma le nostre indagini riguardano tutto il territorio, siamo molto attenti. Lavoriamo con il Noe, con la Capitaneria di porto e con la guardia forestale». «Per noi è importante che ci sia una parte civile nel processo - racconta ancora Urbano - abbiamo bisogno di sostegno, stiamo cercando di non far prescrivere i reati applicando, ad esempio, quello dell’adulterazione delle acque». In sostanza, se nelle prime fasi di indagine le associazioni e i Comuni annunciano battaglia contro chi inquina, poi, in sede giudiziaria, non si presentano nelle udienze in tribunale. 
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