Brusciano, 41 arresti: la piazza di spaccio più grande d'Europa gestita da una donna

Tiziana De Donato al vertice del clan dopo l'arresto del marito Bruno Piacente

Blitz dei carabinieri a Brusciano
Blitz dei carabinieri a Brusciano
di Carmen Fusco
Giovedì 23 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 24 Novembre, 07:31
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Organizzazione di tipo militare, 100 euro per 8 ore di lavoro al giorno, un business suddiviso per categoria merceologica con tanto di customer service per la consegna a domicilio e soprattutto una mentalità degna delle società più evolute dove tante sono le donne a rivestire ruoli di comando: eccola qui la più grande piazza di spaccio dopo quella di Caivano. Eccola qui la bengodi della droga dove è possibile approvvigionarsi di tutto, dalla cocaina al crack e dall'hashish alla marijuana raggiungendo una di quelle scatole di cemento dove abitano centinaia di persone che quando non sono a libro paga del clan sono costrette a bussare per entrare in casa propria ed a farsi identificare per varcare la soglia d'ingresso del palazzo. Niente chiavi e niente citofono, solo tanta sfrontatezza, solo una protervia tale da smerciare stupefacenti perfino alla presenza di ignari bambini. 

Siamo a Brusciano, nel quartiere della 219. È qui che, a pochi passi da via Borsellino e dagli uffici dell'Asl, la strada dello shopping attira clienti a iosa, tutti in fila a dispetto della legge e della sorte. Ma è qui che ieri i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna sono arrivati dopo aver sfrecciato per l'hinterland ed hanno eseguito un blitz imponente, uno dei più importanti degli ultimi tempi mettendo sotto scacco i boss ed i gregari del clan Rega-Piacente che ormai controlla le attività illegali nel territorio.

Su richiesta della Dda di Napoli, i militari hanno eseguito un'ordinanza cautelare nei confronti di 41 persone: 35 in carcere e 6 in divieto di dimora nella regione Campania. Sono tutte gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Non solo. 

Dalle accuse firmate dal gip Fabio Provvisier, emerge il pressing della camorra sulla vita politica e istituzionale di Brusciano. Centrale è la storia delle minacce all'ex sindaco Giuseppe Montanile, finito sotto scorta dopo aver denunciato al Prefetto l'impossibilità di gestire la vita pubblica nel suo comune, di fronte al radicamento dei clan. Una denuncia nel bel mezzo della contrapposizione tra i Rega-Piacente contro gli Esposito-Palermo, per la quale - vale la pena ricordarlo - venne assegnata la scorta all'ex primo cittadino. Ed è in questo scenario che si è poi registrata una pagina poco edificante per la politica locale: pochi giorni dopo la notizia della scorta al sindaco, 14 consiglieri comunali su 16 si dimisero, facendo scattare lo scioglimento della stessa assemblea.

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Ma torniamo al blitz dell'Arma. Di primo piano il ruolo di Bruno Piacente, referente ed organizzatore della piazza di cocaina, attività per la quale si è avvalso della collaborazione e del supporto di sua moglie, che poi lo ha completamente sostituito quando il marito è stato arrestato nel 2021. Si tratta di Tiziana De Donato che ieri è finita in manette insieme a un'altra donna, quella Enza Cipriani, madre di un altro esponente di spicco del cartello criminale che, dietro pagamento di lauto stipendio, ha offerto la propria abitazione come nascondiglio per uomini e merce. In carcere altri elementi di peso, come Mario Solina e Ilaria Cangiano gestori della piazza di spaccio di hashish e marijuana ma anche Savio Russo e Martina Del Giudice (i Bezos della situazione), ai quali era demandata la vendita a domicilio degli stupefacenti. Accuse pesanti quelle contenute nel provvedimento di oltre 400 pagine alla base delle misure cautelari i cui destinatari, in quanto indagati, sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva. Non sono mancati, nonostante le parole d'ordine per lanciare l'allarme e le misure precauzionali messe in pratica, gli incidenti di percorso, come quando uno dei pusher fu arrestato grazie ad una donna carabiniere che si finse cameriera di un bar per incastrarlo durante una fittizia consegna a domicilio di caffè. 

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