L'iniziativa a cura del Centro di Ascolto Antiusura 'don Pino Puglisì ha visto la partecipazione di cinque scuole superiori del territorio (Flacco, Levi, Enriquez, Silvestri e Nitti) premiate per il miglior tema redatto sulla ludopatia. Una passione per il gioco nata all'improvviso, quella di Paolo. Sin dalla giovane età quando, appena 16enne, comincia a spendere la metà dello stipendio nelle macchinette mangiasoldi e di lì a poco, come risucchiato in un vortice, non riesce ad uscirne. I problemi si manifestano con l'apertura di una attività di autolavaggio, gestita in società col fratello, che dopo i successi iniziali va a rotoli a causa di indebitamenti per gioco, problemi con banche e finanziarie, fitti non pagati. La vita familiare ne risente: le lunghe ore lontano da casa, davanti alle videolottery, vengono celate alla moglie come assenze dovute a motivi di lavoro mentre luce e gas vengono staccati per le bollette inevase. «Non giocavo più per vincere ma per placare la sete di adrenalina e nel 2012 arrivai a giocare fino a 500 euro al giorno».
Quel ritmo economico si rivela 'insostenibilè e Paolo, per saldare i debiti di lavoro, fa ricorso agli usurai perché protestato. Neanche la malattia improvvisa di un familiare, le richieste di pagamento pressanti a cui non può fare fronte, lo spingono a smettere una volta e per tutte: le macchinette continuano a ingoiare i suoi soldi fino al punto che perde 8mila euro in un paio d'ore. A marzo di tre anni fa, alla moglie racconta la verità e lei è decisa a lasciarlo. Ma la svolta arriva subito: Paolo si rivolge ad un suo collega di lavoro che, in precedenza, gli aveva parlato di una associazione che aiuta i giocatori anonimi ad uscirne fuori. Questa volta non ci sono indugi: accetta di farsi accompagnare e inizia un percorso di recupero.
«Quel giorno c'erano le elezioni dei servitori e poco ne capivo ma vedere tanti giocatori come me sorridere, mi ha trasmesso serenità.
Ho ripreso la mia vita in mano e le uniche emozioni che cerco sono i sorrisi di mia moglie e dei miei figli».