Sanremo, Totò come i Jalisse: la canzone del Principe della risata fu esclusa dal Festival: «Non faccio l'uomo di paglia»

L'aneddoto raccontato da Diana Buffardi nipote di Antonio De Curtis

Sanremo, Totò come i Jalisse: la canzone del Principe della risata fu esclusa dal festival: «Non faccio l'uomo di paglia»
Sanremo, Totò come i Jalisse: la canzone del Principe della risata fu esclusa dal festival: «Non faccio l'uomo di paglia»
Martedì 6 Febbraio 2024, 00:00
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Da ventisette anni i Jalisse si vedono negato l'accesso all'Ariston, ma se vi dicessimo che anche il Principe di Napoli ha subito un «torto» simile? Anche Totò fu bocciato al Festival di Sanremo. Ma non solo, nel 1960 Antonio De Curtis abbandonò la giuria: «Non faccio l'uomo di paglia».

«Con te» bocciata a Sanremo

A rivelarlo fu la nipote Diana Buffardi: «Nel 1954 la canzone ‘Con te’ di Totò fu bocciata dalla giuria alla prima serata del Festival di Sanremo. Ma poi mio nonno, in un’altra occasione, fece parte della giuria e si accorse che era tutto già deciso: indignato, se ne andò».

 

L'edizione del 1960

Nella lontana edizione del Festival di Sanremo del 1960,  la sfuriata di Totò, nome d'arte di Antonio De Curtis, contro la giuria di Sanremo passò quasi inosservata. Apparse su alcuni giornali cartacei dell'epoca. Ma facciamo un passo indietro.

Sebbene ripresosi da pochi mesi dalla malattia agli occhi che lo aveva colpito, Totò venne scelto come presidente della commissione di Sanremo che avrebbe dovuto scegliere le canzoni da ammettere alla manifestazione. Del resto, lo stesso Totò aveva scritto alcune canzoni che erano diventate storiche, come «Malafemmena» e «Con te»- quest'ultima bocciata proprio al Festival. Ed era talmente entusiasta del ruolo, che decise di rifiutare il gettone giornaliero di cinquantamila lire, che all'epoca era uno stipendio mensile medio.

 

Il litigio

Pace e amore? No. Totò litigò con gli altri membri della giuria per l'ammissione di una canzone, che il Principe avrebbe voluto fosse ammessa a Sanremo e che invece gli altri bocciarono. La canzone era «Parole», e quando capì che gli altri non avrebbero votato per la sua ammissione, Totò decise di lasciare la giuria. «Non faccio l'uomo di paglia per Sanremo», raccontò ai giornali. Di fatto, il suo ruolo di presidente lo portava semplicemente a dare un parere in caso di impasse, e si rivelò molto marginale. Il vero problema fu quando si decise di escludere dalle canzoni ammesse quella «Parole» come, raccontava Totò in un'intervista rilasciata ad Oggi il 24 dicembre del 1959.

 

Le motivazioni di Totò

Il vero problema fu quando si decise di escludere dalle canzoni ammesse quella «Parole» come, raccontava Totò in un'intervista rilasciata ad Oggi il 24 dicembre del 1959.

«Io non sostenevo che Parole fosse più bella o più valida di altre canzoni. Ero solo convinto (e lo sono tuttora) che essa era, sotto ogni aspetto, degna di concorrere al Festival, e questa convinzione – mi sia consentito di ripeterlo – deriva da un'esperienza di cui non si poteva non tenere conto. La musica della canzone è tale da far presa sul pubblico; le parole (e questo è un elemento importante in un periodo in cui la gente è stanca di sentir rimare cuore con amore ) si staccano da quelle tradizionali, ormai trite». Ma non ci fu verso. La canzone venne esclusa, ma neanche questo convinse Totò a dimettersi. La goccia che fece traboccare il vaso arrivò dopo.

«La decisione di lasciare la presidenza divenne irrevocabile solo dopo che ebbi constatato che i membri della commissione", spiegava ancora Totò, «non contenti di aver respinto il mio suggerimento, pretendevano che io modificassi la mia opinione e mi sottomettessi alla loro, firmando il verbale conclusivo».


 

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