Truffa dello specchietto e aggressioni a Napoli, fermato l'uomo della Skoda blu

Truffa dello specchietto e aggressioni a Napoli, fermato l'uomo della Skoda blu
di Luigi Sabino
Venerdì 15 Luglio 2022, 08:44 - Ultimo agg. 16:56
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Tentata estorsione. E’ questa l’accusa di cui dovrà rispondere Antonio Abbruzzese, l’uomo sottoposto a fermo da parte dei poliziotti della sezione ‘Investigativa’ del commissariato ‘Secondigliano’. L’episodio risale a tre giorni fa quando l’uomo, a bordo di un’auto in compagnia della compagna e di un bambino di pochi anni, aveva tentato di mettere in atto la cosiddetta ‘truffa dello specchietto’ ai danni di una donna di Frattamaggiore.

Fingendo una collisione tra le due vetture, Abbruzzese, aveva, infatti, prima inveito contro la donna e, poi, quando era convinto di averla in pugno, aveva tentato di convincerla a risarcire bonariamente il danno immaginario.

Quello che, però, non aveva messo in conto è che la vittima, per nulla intimorita dai toni minacciosi dell’uomo, opponesse un netto rifiuto alle sue pretese. La discussione, quindi, è proseguita per diversi minuti, fino a quando, convintosi di non riuscire a spuntarla ed esasperato dalla resistenza della vittima, Abbruzzese non ha deciso di lasciare il campo. Prima, però, non ha esitato a colpire alle spalle la donna per, poi, rimontato in auto, e allontanarsi velocemente. Probabilmente era convinto che la fallita truffa non avesse conseguenze. Invece si sbagliava perché la vittima, dopo i comprensibili primi istanti di choc, non si è persa d’animo e si è recata subito in commissariato per sporgere denuncia. Qui, dinanzi ai poliziotti, oltre a ricostruire l’accaduto ha fornito elementi preziosi per arrivare all’identificazione di Abbruzzese, personaggio già noto.

Il resto lo hanno fatto gli investigatori coordinati dall’ispettore Luca Boccia che, durante uno dei servizi di controllo del territorio, hanno riconosciuto Abruzzese mentre si preparava a mettere in atto un nuovo colpo. Quando, però, si è accorto di essere finito nel mirino degli agenti, l’uomo ha tentato una fuga disperata ma è stato bloccato e ammanettato. Al momento del fermo, in sua compagnia, c’erano alcuni minori che sono, poi stati affidati alle famiglie. Un particolare interessante emerso nel corso della serrata attività investigativa. Abbruzzese, per mettere in atto le sue truffe, si serviva di una particolare auto, una Skoda ‘Fabia’ di colore blu che, dagli accertamenti eseguiti dopo il fermo, si è scoperto essere intestata a un prestanome. Non è tutto. L’auto, come emerso dalla consultazione dei terminali, negli ultimi mesi, sarebbe stata coinvolta in decine di episodi analoghi, tutti avvenuti nella periferia nord di Napoli e, in particolare, sull’Asse Mediano.

La tecnica sempre la stessa. Il guidatore, fingendo che lo specchietto della sua vettura sia stato urtato dalla vittima, prima l’aggredisce verbalmente, poi, quando è convinta di averla intimorita, chiede una somma per riparare il danno ed evitare di coinvolgere le assicurazioni. A completare lo stratagemma, come appurato dagli investigatori, l’utilizzo di donne e bambini. Il truffatore, infatti, non opera mai da solo ma sempre in loro compagnia. Questo per due motivi. Il primo è che la presenza di quella che sembra una famigliola in gita rende più accomodanti le vittime. Il secondo è che, in questo modo, si attira meno l’attenzione delle forze dell’ordine. Un piano quasi perfetto ma che non ha fatto i conti con l’esperienza degli uomini del IV Distretto. Gli investigatori, infatti, non escludono che Abbruzzese possa far parte di una vera e propria organizzazione specializzata in questo tipo di truffe. Motivo questo che li ha spinti a convocare in commissariato tutti coloro i quali, negli ultimi tempi, sono stati coinvolti in sinistri con la famigerata Skoda blu.

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