Andrea Bocelli all'Università Federico II di Napoli: «Ai ragazzi si insegna con l'esempio»

«Mia figlia e la madre mi dicono che la serie Mare fuori sia molto ben fatta e con valori importanti che offrono qualcosa di positivo alla gioventù»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Andrea Bocelli
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Andrea Bocelli
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 14 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Novembre, 09:33
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Dà voce all'orgoglio nazionale, al valore dell'esempio. Andrea Bocelli, a Napoli, ha la mano sul cuore e intona l'inno in piedi, al centro dell'aula magna storica della Federico II: davanti al capo dello Stato Sergio Mattarella, che si alza per complimentarsi, e al rettore Matteo Lorito che oggi alle 11 gli conferirà la laurea honoris causa. «Mi emoziona molto essere qui perché questa è una realtà straordinaria, che ha il prestigio di essere la prima università pubblica al mondo. Mi riempie di gioia che si sia pensato proprio a me, ma è anche una responsabilità», dice il tenore al termine della cerimonia per l'inaugurazione dell'anno accademico, spiegando che è rimasto colpito dal discorso di Fatima Mahdiyar, scappata dal regime talebano e chiamata a rappresentare la comunità studentesca internazionale. 

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Fatima frequenta Medicina.
«Sono andato a conoscerla, e mi ha spiegato che è di origine persiana.

L'italiano per lei non facile da imparare. Io, che da 30 anni giro il mondo, non so ancora bene l'inglese», ride. Poi sfiora la polemica: «Ma perché dire, in tutti gli interventi, studenti e studentesse, se la prima parola vale per gli uni e gli altri?». Quindi, con la moglie Veronica accanto, parla d'amore («Essere innamorati è questione anche di chimica») e di radici («Io sono figlio della campagna, per me è difficile fingere: anche sul palco»).

Quale volte aveva già cantato l'inno davanti a Mattarella?
«Non lo ricordo. L'ho intonato da poco anche in Parlamento per un altro anniversario: i 75 anni della Costituzione. E poi, il 2 giugno, tante altre volte».

Riceverà la laurea honoris causa in questa aula, nella diretta streaming introdotta da Lorito con Vittorio Amato, direttore del dipartimento di Scienze politiche; mentre terrà la laudatio Paola De Vivo, coordinatore del corso in Gestione delle politiche e dei servizi sociali.
«È una testimonianza di affetto e un attestato di stima per quel poco che ho fatto, faccio e farò per la mia patria e la cultura di questo Paese in giro per il mondo. Con orgoglio e piacere».

Si è preparato un discorso?
«Non sono abituato, perché la mia professione è un'altra, ma sono chiamato a fare una riflessione e ho immaginato di dire alcune cose: spero di non annoiare il pubblico presente».

Cosa ricorda della sua vita da studente?
«Tanti momenti, anche perché mi sono laureato in legge nel lontano 89 nella piccola ma celebre università di Pisa e poi, molto tempo dopo, ho conseguito un'altra laurea in Canto lirico al conservatorio Giacomo Puccini di La Spezia. E ho anche già ricevuto alcune lauree honoris causa, di cui una in Medicina, e di cui comprendo perfettamente l'onore ma non capisco la causa».

Il tenore da 70 milioni di dischi venduti ha un rapporto speciale con Napoli, ribadito più volte con album, concerti, progetti speciali.
«Sì, innanzitutto con la sua tradizione musicale perché la canzone napoletana ha le radici più profonde al mondo. Ma ci sono tante cose che mi piacciono: la città è piena di creatività e di fantasia, è un posto in cui vengo sempre volentieri».

L'aspettano bimbi e ragazzi della chiesa di Santa Maria della Maddalena in via dei Cristallini nel rione Sanità, dove ha inaugurato il coro di 50 voci bianche. Con la sua fondazione, sostiene il progetto «Voices of peace».
«Ho diversi progetti in corso».

Cosa vorrebbe insegnare ai giovani?
«Non so dire cosa. Penso che si insegna molto con l'esempio, e non con le parole, perché i ragazzi chiudono sempre le orecchie alle parole ma tengono sempre gli occhi aperti sull'esempio. E io cerco semplicemente di essere un buon esempio: come ho fatto con i miei figli».

L'inno della Federico II è stato invece affidato alla Nuova Orchestra Scarlatti, che l'1 ottobre 2023 si è esibita in un concerto al Quirinale per ricordare Giovanbattista Cutolo, musicista 24enne ammazzato un mese prima per una lite.
«Dico sempre ai miei figli una cosa che ritengo molto importante: ricordatevi che ogni litigio è da considerarsi un incidente intellettuale dalle conseguenze imprevedibili».

E cosa vuole dire a quei ragazzi difficili, che si sentono un po' rappresentati da «Mare fuori»?
«Mia figlia è appassionatissima, e anche la madre: mi dicono che la serie sia molto ben fatta e con dei valori importanti che offrono qualcosa di positivo alla gioventù».

Possono bastare la musica e l'arte contro la violenza?
«Non c'è niente che basti, però tutto può contribuire». 

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