«Si procede con una arrogante logica privata in assenza dei rappresentanti dell' Ente a cui la governance del Teatro deve tutela e garanzia sia dal punto di vista funzionale,che delle scelte gestionali,che delle linee di indirizzo. Ciò è accaduto ripetutamente.
In ultimo - aggiunge - quando è stato consentito l'accesso di un nuovo socio privato senza alcuna preventiva e condivisa valutazione che commisurasse l'apporto finanziario necessario alla assunzione del ruolo di Socio (con facoltà di nominare un rappresentante nel c.d.a.) al reale valore del complesso dei beni patrimoniale e del volume di finanziamenti pubblici che l'associazione gestisce, determinando un precedente grave e pericoloso».
«A salvaguardia dei beni concessi in uso,di incomparabile valore patrimoniale e storico-culturale, e delle risorse cospicue impegnate al Comune non resta altra strada se non quella di ritirarsi immediatamente dalla 'associazione privatistica», conclude Daniele.