Somma Vesuviana “accende” la Montagna: al via la festa della Madonna e delle paranze

L'assessore Perna: protagonista è certamente la devozione per la Vergine ma il tutto con le meravigliose paranze popolari

Una paranza si esibisce per la festa della Montagna
Una paranza si esibisce per la festa della Montagna
Sabato 15 Aprile 2023, 16:25
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Fino al 3 Maggio le paranze da tutti i borghi pedemontani del monte Somma, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, si “incontreranno” per una festa antica di devozione e di auspicio di prosperità.

Oggi a Somma Vesuviana è il Sabato dei Fuochi che quest’anno ritorna a pieno regime dopo 4 anni.  Si tratta di una tradizione che risale al 1622 quando il venerabile Carlo Carafa, nato a Mariglianella, donò al paese al popolo, la statua della Madonna "di Castello". «Nel 1631 un’eruzione potente del Vesuvio distrusse parte del paese di Somma Vesuviana. La statua non si trovava. Tutta la popolazione avviò una ricerca capillare, anche notturna con l’accensione di torce, al fine di ritrovare la statua della quale venne riportata alla luce la testa. Il sabato dopo Pasqua la testa della Madonna venne riposizionata e da allora ha avuto inizio una delle più belle tradizioni popolari del territorio. Protagonista è certamente la devozione per la Vergine ma il tutto con le meravigliose paranze popolari», spiega Rosalinda Perna, assessore alla Cultura di Somma Vesuviana. 

Fitto è il calendario degli eventi

Oggi, sabato 15 aprile, apertura del Sabato dei Fuochi con la benedizione e la Santa Messa al Santuario mariano di Castello. Dalle 20 si svolgerà, sempre presso il Santuario, anche la Benedizione delle paranze che scenderanno poi da Castello dirigendosi verso il Borgo Antico del Casamale.  Lungo il percorso avverrà la consegna delle pertiche. Domenica 16 aprile, in località Novesca nella chiesetta della Paranza dello Gnundo, alle 12 ci sarà la celebrazione della Santa Messa. Alle 20 e 30 incendio dei Sacri Fuochi e in tarda serata lo spettacolo dei fuochi pirotecnici, altamente spettacolari con sullo sfondo la Montagna di Somma Vesuviana. Domenica 1° Maggio, in località “Gavete”, alle 11, la Santa Messa, poi alle 18 e 30 la paranza si recherà al Santuario di Santa Maria a Castello. Alle  21, discesa della paranza e in via Pomintella si svolgerà, tra sacro e profano, la funzione di consegna della pertica alla donna amata. Mercoledì 3 maggio si avranno le numerose funzioni religiose: ore 11, 12, 19 e  20 al Santuario di Castello.

Alle 20 e 30 la benedizione delle paranze. Alle 21 i fuochi piroecnici poi la discesa delle paranze con i canti popolari ed in serata al Borgo del Casamale la consegna della pertica alla donna amata. Nella stessa serata, ma dalle ore 19, un’altra Paranza scenderà con il carro attraversando le strade del paese.

 La Montagna avrà paranze in più punti con il canto popolare, i costumi tradizionali, la discesa dei carri, l’accensione dei Sacri Fuochi e delle torce, la consegna della pertica alla donna amata in vari punti del paese. Un evento che coinvolge tutto il territorio. E fino al 3 Maggio, l’arrivo delle paranze da tutti i borghi pedemontani del Monte Somma.

«Il canto tradizionale di Somma Vesuviana ha radici antiche e forse millenarie e nel tempo ha sempre più raccontato il territorio, la devozione mariana, la prosperità, il patrimonio agricolo. La festa della Montagna è un evento che vede “capitale” del territorio Somma Vesuviana, ma allo stesso tempo anche la partecipazione delle genti di tutti i borghi pedemontani del Monte Somma. Il sabato dopo Pasqua tutte le paranze animano le valli, i versanti, salgono sulla cima del Monte Somma con il canto popolare e la sera vengono accesi numerosi falò, mentre altre paranze di ritorno dal Ciglio del Monte Somma, fanno luce nel buio con numerose torce, a ricordo di quanto accadde nel 1631. Durante poi i giorni successivi ogni borgo, con la propria paranza, si reca in pellegrinaggio al Santuario Mariano situato nella zona alta di Castello, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, dove c’è la statua della Madonna. Il 3 maggio la gran chiusura con il suono contemporaneo del canto popolare tradizionale  - continua Perna - e le paranze che rendono omaggio alla Madonna, proprio al Santuario mariano. Il canto si sente per tutta la Montagna, in quanto le paranze, davvero tante, suonano e intonano musiche popolari in molteplici punti. Il 3 maggio centinaia di persone salgono sulla cima del Monte Somma dove è situata una Croce e da dove cantando, suonando e apprezzando i prodotti del territorio, si gode di un panorama meraviglioso su tutto il Golfo di Napoli». 

«I fuochi e le torce del Sabato sera successivo alla Pasqua, sono in ricordo delle torce accese. Dal 16 Aprile al 2 maggio, a turno, ogni giorno sale una paranza di un borgo al Santuario. Il 3 maggio c’è la salita alla cima della Montagna sul Ciglio del Monte Somma dove si consumano i prodotti del territorio con il canto popolare, sullo sfondo il Vesuvio con tutto il Golfo di Napoli. Ma tanti sono gli aspetti interessanti ad esempio come la consegna della “perteca” alla donna amata. Somma Vesuviana è terra di musica popolare  - conclude l'assessore - e di memoria storica. Il Sabato dopo Pasqua e anche il 3 maggio, un ramo, reciso da un giovane castagno, viene ripulito dalle fronde facendo attenzione a lasciare, una sporgenza. Tutta la perteca viene decorata, addobbata appendendo castagne, il piede e il muso di vaccino, girocolli di nocciole ed infine l’immagine della Madonna di Castello. Il Sabato dei Fuochi e il 3 Maggio, la perteca decorata e addobbata, viene donata alla donna amata con una vera serenata dal vivo, presso la casa della stessa donna, accompagnata dal canto popolare. Inoltre sia la sera del Sabato dopo Pasqua ma anche del 3 Maggio, tutte le paranze scendono dalla Montagna con carri sopra i quali ci sono cantori e strumenti musicali popolari. La Festa è un inno alla Madonna. Emozionante anche il momento in cui le paranze entrano cantando con musiche popolari, proprio all’interno del piccolo Santuario Mariano. Molti di questi canti sono stati proprio scritti da poeti sommesi». 

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