La Festa della Montagna, l'omaggio all'altra faccia del Vesuvio

A Somma Vesuviana partono gli appuntamenti che culmineranno il 3 maggio tra falò e tammurriate

Una paranza intona canti popolari su Monte Somma
Una paranza intona canti popolari su Monte Somma
Giovedì 4 Aprile 2024, 20:30 - Ultimo agg. 6 Aprile, 20:21
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Con il Sabato dei Fuochi, il 6 aprile, prenderà il via la Festa della Montagna a Somma Vesuviana. Una tradizione antichissima che da sabato al 3 maggio farà rivivere il legame fortissimo dei comuni del Vesuviano interno con l'altra faccia del vulcano. 

La Festa della Montagna non ha pari al mondo. Nella parte alta di Somma, c’è il Santuario dedicato alla Madonna, tra i più piccoli al Mondo. Le paranze dedicheranno canti ed inni alla Vergine, lo faranno con la musica popolare, entrando con il suono dal vivo degli strumenti tradizionali della tradizione vesuviana come i canti che vengono intonati al balcone della donna amata.  

Una storia nella storia!

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«Nel 1622 il venerabile Carlo Carafa il culto della Madonna di Castello, la cui statua era risalente a periodi addirittura precedenti. Nel 1631 un’eruzione potente del Vesuvio distrusse parte del paese di Somma Vesuviana. La statua non si trovava. Tutta la popolazione avviò una ricerca capillare, anche notturna con l’accensione di torce, al fine di ritrovare la statua della quale venne riportata alla luce lla testa. Il Sabato dopo Pasqua la testa della Madonna venne riposizionata e da allora ha avuto inizio una delle più belle tradizioni popolari del territorio. Protagonista è certamente la devozione per la Madonna ma il tutto con le meravigliose paranze popolari. Il canto tradizionale di Somma Vesuviana ha radici antiche e forse millenarie e nel tempo ha sempre più raccontato il territorio, la devozione mariana, la prosperità, il patrimonio agricolo. Ogni anno, il primo Sabato dopo Pasqua è Sabato dei Fuochi e la Festa – spiega Rosalinda Perna, assessore alla Cultura del Comune di Somma Vesuviana -  denominata anche come Festa della Montagna, termina il 3 Maggio.

E’ un evento che vede “capitale” del territorio Somma Vesuviana, ma allo stesso tempo anche la partecipazione delle genti di tutti i borghi pedemontani del Monte Somma. Il Sabato dopo Pasqua tutte le paranze animano le valli, i versanti, salgono sulla cima del Monte Somma con il canto popolare e la sera vengono accesi numerosi falò, mentre altre paranze di ritorno dal Ciglio del Monte Somma, fanno luce nel buio con numerose torce, a ricordo di quanto accadde nel 1631. Durante i giorni successivi ogni borgo, con la propria paranza, si reca in pellegrinaggio al Santuario Mariano situato nella zona alta di Castello, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, dove c’è la statua della Madonna. Il 3 Maggio la gran chiusura con il suono contemporaneo del canto popolare tradizionale e le paranze che rendono omaggio alla Madonna, proprio al Santuario Mariano. Il canto si sente per tutta la Montagna, in quanto le paranze, davvero tante, suonano e intonano musiche popolari in molteplici punti. Il 3 Maggio centinaia di persone salgono sulla cima del Monte Somma dove è situata una Croce e da dove cantando, suonando e apprezzando i prodotti del territorio, si gode di un panorama meraviglioso su tutto il Golfo di Napoli». 

Ed emozionante, coinvolgente sarà l’intero calendario anche della Festa della Montagna, patrocinata dal Comune di Somma Vesuviana. 

Il Sabato dei Fuochi, inaugura la Festa della Montagna e l’apertura si svolge il primo Sabato dopo Pasqua sulla cima del Monte Somma, in uno scenario meraviglioso che vede sullo sfondo il Vesuvio, il Golfo di Napoli, la Penisola Sorrentina. Il Sabato dei Fuochi mescola, come spesso avviene per le tradizioni di questi luoghi baciati dalla storia, sacro e profano. Ed è una festa ricca, suggestiva, carica di simbolismi come il fuoco purificatorio, il banchetto legato ad un antico rituale dell’abbondanza, i balli contadini, le tammurriate dai ritmi incalzanti, canti particolari come quello  “a’ figliola” e tutti vengono coinvolti in una preghiera alla Madonna di Castello.

A chiusura della Festa, c’è il rito della “pertica” omaggio delle paranze alle donne, mentre l’innammorato conferma l’amore per la sua compagna con serenate al balcone, alle quali partecipa la paranza. La pertica è decorata, lavorata e arricchita da prodotti e simboli di benessere. 

Miti e leggende.

«La festa in onore della Madonna di Castello, che ha inizio il Sabato in Albis e si conclude il 3 maggio, è caratterizzata dalle tradizionali paranze: sono compagnie di devoti accompagnate da gruppi di suonatori.

Tutto è incentrato sul canto, una delle tante meraviglie che la natura ha offerto all’uomo, e se questo canto, poi, è rivolto a una bella figliola allora tutto si tramuta in fuoco e passione. Il fuoco che illumina durante le notti di maggio il Sacro Monte avvolto in miti e leggende e la passione che, invece – racconta Alessandro Masulli, direttore dell’Archiovio storico del Comune  - si trasforma in una dolce melodia che da sempre il solito cantatore con il coro dei devoti improvvisa sul sagrato della chiesetta sotto il sorriso della “Mamma pacchiana”. Un canto che viene da lontano, sillabico, la cui melodia è costruita sulla scala maggiore napoletana con suoni prolungati e fioriti. Un infinito canto d’amore che a maggio si sparge tra le valli profumate di ginestre e arriva pian piano sotto la finestra della donna amata con il consueto dono della pertica. Tra i canti del mondo contadino una particolare attenzione è rivolta anche alla fronna, una forma di canto senza accompagnamento strumentale, una sorta di recitativo operistico, che i contadini usavano per comunicare tra loro a grandi distanze, portando la mano alla guancia per amplificare il suono. Grazie alla buona trasmissione e alla leggerezza del suono le fronne furono utilizzate in seguito presso le finestre dei carcerati per comunicare notizie in codice o per trasmettere messaggi d’amore e di conforto. La fronna rimane, però, una tipica forma di canto che precede ancora oggi lo svolgimento della tammurriata, viene eseguita da un cantore solista che accompagna il suo gruppo fino al sagrato della chiesa, esaltando la devozione nei confronti di una delle Madonne più invocata del territorio». 

Lunedì 8 aprile, sarà il giorno dei Mariglianesi e Bruscianesi che giungeranno a Somma con le rispettive paranze con la salita a Castello e la celebrazione della Santa Messa al Santuario Mariano. Lunedì 15 sarà la volta delle paranze di Pomigliano con sempre la salita alla Montagna ed i tradizionali canti popolari. Il 1° maggio eventi in località Gavete con la celebrazione della Santa Messa, alle 11; alle 19 la benedizione delle paranze a Castello, alle 21 in via Pomintella la consegna della perteca al Quadro della Madonna.

Tutto si concluderà il 3 maggio con la salita al Ciglio, alla cima del Monte Somma. Proprio sulla cima della Montagna, alle 11, avverrà la celebrazione della  Messa alla presenza di migliaia di persone. Sullo sfondo un panorama unico tra Golfo di Napoli, Vesuvio e Penisola Sorrentina. Non mancheranno canti popolari dell’antica tradizione vesuviana. Alle 12, celebrazione della Messa al Santuario mariano di Santa Maria delle Grazie a Castello. Alle 19 la Discesa del Carro delle Paranze Bacchicco per le strade di Somma Vesuviana, alle 20 e 30 la benedizione delle Paranze al Santuario, alle 21 e 30 la Discesa delle Paranze al Borgo del Casamale e consegna delle Pertiche.

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