Ubaldo Manuali, la quinta vittima del netturbino accusato di stupro: «Mise qualcosa nel caffè, l'ho riconosciuto dalle foto»

Il netturbino avrebbe organizzato alcuni incontri per promuovere prodotti di bellezza

Manuali, la quinta vittima del netturbino: «Mise qualcosa nel caffè, l'ho riconosciuto dalle foto pubblicate»
Manuali, la quinta vittima del netturbino: «Mise qualcosa nel caffè, l'ho riconosciuto dalle foto pubblicate»
di Camilla Mozzetti
Sabato 23 Settembre 2023, 22:38 - Ultimo agg. 25 Settembre, 11:14
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«Credo che abbia messo qualcosa nel caffè prima di mia madre, che è caduta in un sonno profondo, e poi nel mio». Si allarga la rete delle donne che hanno sporto denuncia contro il netturbino Ubaldo Manuali, 59 anni, sottoposto ai domiciliari perché accusato di aver narcotizzato e violentato diverse donne. Ad oggi, dopo anche la diffusione delle sue generalità in seguito alla convalida dell’arresto, si allarga la rete delle presunte violenze e ieri al commissariato Flaminio è stata raccolta una quinta denuncia. Al momento ce ne sono tre più una quarta di una donna del 1965 stralciata dall’inchiesta viterbese e attualmente in fase di analisi. Solo per la prima, ovvero per quella formalizzata da Stefania Loizzi, con il referto dell’ospedale si è accertata la presenza di benzodiazepine nel sangue della donna. Per le altre tre ci sono i racconti ma nessun referto che possa dimostrare le violenze subite. Ad ogni modo, le denunce aumentano e in ballo ce ne sarebbe anche una sesta da formalizzare.

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IL NUOVO CASO

Per la quinta si tratta di una donna, oggi trentenne, che ha sporto denuncia per una violenza subita, a suo dire, nel 2019.

La chiameremo Vittoria: all’epoca aveva 26 anni e in base a quanto da lei stessa denunciato, non avrebbe conosciuto Manuali diversamente dalle altre donne via social. La loro sarebbe stata una conoscenza di persona, attraverso un gruppo di incontri che entrambi frequentavano. Manuali avrebbe iniziato l’approccio offrendo alla donna dei prodotti naturali per la cura del corpo, che in altre occasioni, eludendo la sua professione avrebbe sfruttato spacciandosi come un promotore di prodotti cosmetici, lavoro invece effettivamente ricoperto da un suo amico a cui l’indagato ha nel tempo mandato le foto delle donne che hanno poi sporto violenza. Vittoria li avrebbe ordinati salvo poi interrompere gli acquisti perché quei prodotti le provocavano delle reazioni allergiche ma la frequentazione sarebbe andata avanti. Fino a che, un giorno di quattro anni, fa l’uomo sarebbe stato invitato per un caffè. 

 

IL RACCONTO

Vittoria, che vive in un piccolo Comune del viterbese con la madre, l’avrebbe lasciato entrare. Era un pomeriggio e l’orologio segnava orientativamente le 17. In casa - seguendo il racconto della quinta presunta vittima - ci sarebbe stata anche la madre che avrebbe preso anche lei il caffè «cadendo poi in un sonno molto profondo e sospetto», ha ripercorso la donna. Alla polizia ha raccontato anche di essersi insospettita perché vedeva l’uomo armeggiare e muoversi intorno a quelle tazzine con fare sospetto ma li per lì non avrebbe dato importanza a quei gesti. Di quel pomeriggio, ha messo a verbale, ricorda poco è nulla. Ha dichiarato che fra i due, con la madre addormentata in un’altra stanza, sarebbe scattato un approccio fisico e che la stessa si sarebbe risvegliata intorno alle tre del mattino nel suo letto senza più che l’uomo fosse in casa. «Ho visto la sua foto in tv e sui giornali e ho deciso di sporgere denuncia», ha detto Vittoria agli agenti di polizia spiegando anche che finora era rimasta in silenzio per pudore e vergogna. 

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