Si scava a mani nude e senza sosta
Ancora tante zone isolate.
Nuova scossa magnitudo 3.9 a sud di Marrakech
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 ha colpito questa mattina alle 9:59 ora locale (le 10:59 in Italia) il Marocco, a sud di Marrakech, nella stessa area in cui è stato registrato il sisma di magnitudo 7 venerdì notte: lo riporta sul suo sito l'Istituto geofisico statunitense Usgs. L'ipocentro del terremoto odierno è stato localizzato ad una profondità di 10 chilometri.
Notte di paura a Marrakech, migliaia di famiglie hanno dormito all'aperto
Migliaia di famiglie hanno trascorso la notte all'aperto in accampamenti improvvisati, allineati sull'erba fuori dalle mura della famosa Medina di Marrakech, dormendo sotto le palme per la paura di rientrare nelle case. Questa mattina - riferisce la Bbc - hanno raccolto le loro coperte ma restano all'aperto, non ancora sicuri di quando potranno tornare a casa, dopo il forte terremoto che ha ucciso oltre duemila persone.
Corsa contro il tempo per salvare i superstiti: ore cruciali
È corsa contro il tempo in Marocco per cercare di salvare le vite rimaste intrappolate dalla macerie del forte terremoto che nella notte tra venerdì e sabato ha causato oltre 2 mila morti. «Le prossime 24-48 ore saranno fondamentali», ha ricordato Caroline Holt, direttrice delle operazioni della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
«Gli sforzi di ricerca e salvataggio avranno la priorità, ovviamente, parallelamente all'assicurarsi che coloro che sappiamo essere sopravvissuti siano assistiti», ha proseguito parlando ieri, secondo quanto riporta la Bbc.
Tunisia invia soccorritori e ospedali da campo
La Tunisia ha annunciato che una squadra di soccorritori è partita per il Marocco per aiutare nella ricerca e soccorso delle persone colpite dal terremoto che ha scosso la zona centrale del Paese. La squadra è composta da oltre 50 soccorritori e personale medico. Dotata di strumenti per la rilevazione termica e di un drone per individuare le vittime sotto le macerie, la squadra lavorerà con le agenzie di soccorso marocchine, riporta l'agenzia Tap.
L'agenzia spiega che la Tunisia aiuterà a realizzare un ospedale da campo, per contribuire immediatamente ai soccorsi. La presidenza tunisina ha detto ieri, con una dichiarazione, che il Paese sosterrà il Marocco con tutti i mezzi a disposizione. La presidenza ha confermato che la Tunisia manderà squadre di soccorso e protezione civile in Marocco, come pure una delegazione della Mezzaluna Rossa locale. Venerdì notte, un terremoto di magnitudo 6.8 ha colpito il Paese maghrebino, provocando almeno 2mila morti.
Continuano le ricerche di eventuali sopravvissuti
Sono continuate tutta la notte le ricerche di eventuali sopravvissuti al devastante terremoto di magnitudo 6,8 della scala Richter che ha colpito il Marocco venerdì sera ed il cui epicentro è stato registrato nella parte centrale del Paese.
Secondo l'ultimo bilancio fornito in nottata dalle autorità di Rabat, i morti accertati sono 2.012, i feriti sono 2.059, oltre 1.400 dei quali in gravi condizioni. Il re del Marocco Mohamed VI ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Oltre 2000 morti
Il bilancio delle vittime del potente terremoto che ha colpito il Marocco è salito a 2.012. Lo ha riferito la televisione di Stato marocchina citando il ministero degli Interni. Il numero dei feriti è salito a 2.059, di cui 1.404 in condizioni critiche. Lo riporta Al Arabiya. Il bilancio precedente era di 1.305 morti.
Terremoto Marocco, ultime notizie - di Francesca Pierantozzi.
La faglia dell’Atlante ha tremato alle 23 e 11 di venerdì sera: 7.0 gradi sulla scala Richter, il terremoto più violento mai registrato in Marocco. Come una scossa elettrica, si è propagato dai villaggi dell’Al Haouz, sull’Alto Atlante, fino a Marrakech, una settantina di chilometri a nord-est, e a ovest fino alle rive dell’Oceano a Essaouira. Ha fatto tremare Agadir, Rabat, Casablanca, provocando danni in un raggio di oltre 400 chilometri. «Un istante» dicono tanti testimoni, venti secondi, raccontano le lancette dei sismografi americani dell’US Geological Survey, l’istituto geologico americano che per primo ha tracciato i cerchi concentrici della scossa, allertando subito sulla gravità: «Visto l’habitat colpito e il momento, si annunciano tante vittime e ingenti danni». Il bilancio è infatti terribile: più di 2 mila morti, 2.012 per la precisione secondo l’ultimo bollettino notturno del ministero dell’Interno, 2.059 i feriti, di cui 1.404 in condizioni critiche. Ma nelle città e soprattutto nei villaggi, i douar, del Marocco occidentale si continua a scavare. Almeno ventimila gli sfollati secondo un bilancio fornito ieri sera dai servizi della protezione civile. Nelle regioni più isolate dell’Alto Atlante, i soccorsi sono arrivati più tardi e si teme un bilancio più grave. Tutti rintracciati i 500 italiani in Marocco per turismo o per lavoro: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che «non risultano vittime o feriti» tra i nostri connazionali.
LA MEDINA IN MACERIE
Ferita al cuore Marrakech. La storica Medina è in parte ridotta in macerie. Crollata anche una parte dell’antica cinta muraria. Molte case rimaste in piedi sono del tutto inagibili. Soprattutto, si temono altre scosse. Il re Muhammad VI ha presieduto una riunione di crisi nel pomeriggio. È stato decretato un lutto nazionale di tre giorni e messo in piedi un dispositivo di soccorso inedito: oltre 50 mila gli uomini impegnati nei soccorsi, mobilitato l’esercito, con «mezzi umani e logistici importanti, aerei e terrestri», squadre di ricerca, salvataggio e un ospedale da campo nella regione di Al-Haouz: più della metà delle vittime si troverebbero proprio su questo altopiano e appena più a sud, sulle pendici dell’Alto Atlante, a Taroudant. È in questa isolata zona rurale, ai piedi montagne che fanno da barriera al Sahara, che è stato registrato l’epicentro e qui che i soccorsi sono più difficili.
«La zona in cui c’è stato l’epicentro del terremoto e la sua violenza ci mettono davanti a una situazione di emergenza eccezionale» ha ammesso alla tv pubblica marocchina il colonnello Hicham Choukri, responsabile delle operazioni di soccorso alla Direzione della protezione civile. «Il bilancio è grave, e forse ancora più grave di quanto sappiamo, a causa dell’ora della scossa - ha dichiarato ieri Eric Zipper, presidente dell’Ong Corps mondial de secours - Alle undici la maggior parte della gente era a casa».
MOBILITAZIONE SANITARIA
La Croce Rossa internazionale ha allertato subito sulla necessità di fornire aiuti al Marocco, non solo quelli di urgenza necessari entro 24-48 ore dalla scossa, ma anche per il futuro prossimo: «serviranno per mesi, forse anni» ha detto Hossam Elsharkawi, direttore generale per il Medio Oriente e per il Nord Africa della federazione Internazionale della Croce Rossa. Per la direttrice mondiale delle operazioni, Caroline Holt: «sappiamo già cosa dobbiamo aspettarci. Dobbiamo poter trattare i morti con dignità, portare subito acqua potabile alla popolazione per evitare che a una catastrofe non se ne aggiunga un’altra: è primordiale fare in modo di mantenere un livello accettabile di igiene».
La notizia e le immagini della devastazione hanno subito fatto il giro del mondo, raggiungendo anche i leader mondiali riuniti a Delhi per il vertice del G20. Dalla premier Giorgia Meloni al presidente americano Joe Biden, dal padrone di casa Narendra Modi al capo di Stato francese Emmanuel Macron, sono numerosi gli attestati di solidarietà e le offerte di invio di aiuti e assistenza. Tra i primi ad esprimere solidarietà e offrire aiuto è stato il paese rivale: l’Algeria.
LA RIAPERTURA
La presidenza algerina ha annunciato in un comunicato ieri mattina di aver deciso di riaprire lo spazio aereo chiuso dal settembre 2021 a tutti gli aerei civili e militari marocchini in seguito a una grave crisi tra i due paesi che ha portato al taglio delle relazioni diplomatiche. Cieli riaperti invece adesso per «tutti i voli che trasportano aiuti umanitari e feriti del terremoto che ha colpito il Marocco» ha fatto sapere la presidenza ad Algeri, che si è inoltre detta «totalmente disposta a fornire aiuti e a mobilitare mezzi materiali e umani in segno di solidarietà con il popolo fratello del Marocco, in caso di richiesta». Per una volta all’unisono, sia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sia il russo Vladimir Putin hanno espresso condoglianze e solidarietà al Marocco . «Sconvolto» si è detto Macron e ieri sera si è spenta, in segno di lutto e solidarietà, la Tour Eiffel. Se la scossa di ieri è considerata la più forte ad aver mai colpito il Marocco, la più drammatica resta quella del 29 febbraio 1960: i sismografi misurarono 5,8 gradi sulla scala Richter, era in pieno Ramadam e rase al suolo la città di Agadir. Il bilancio fu di oltre 15 mila morti. È questo big one che ora temono i marocchini.