Salerno. Addio grandi aziende, così muore il lavoro in fabbrica

Salerno. Addio grandi aziende, così muore il lavoro in fabbrica
di Piera Carlomagno
Lunedì 3 Febbraio 2014, 22:18 - Ultimo agg. 4 Febbraio, 13:33
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SALERNO - Ieri mattina il presidio a Pagani davanti alla Telis. L’ultima spia che si accende in una terra in cui il lavoro sembra staccarsi pian piano a pezzi. Mentre si ancora sotto choc per l’improvvisa chiusura della Filtrona, a Buccino vanno in cassa integrazione i lavoratori della Profilati Italia, e l’Alcatel va via da Battipaglia, dove si apre anche la vertenza Cooper Standard che produce pezzi per la Panda e la Giulietta.



Il presidente di Confindustria Mauro Maccauro vuole aprire la questione industriale, così ha dichiarato, e in effetti il momento è di una gravità senza precedenti.



Perché se la grande crisi delle industrie salernitane risale ai settanta-ottanta, oggi quel poco che resta rischia di essere spazzato via dalla contingenza: internazionalizzazione, mancanza di competitività, austerità e crescita del mercato finanziario.



E, soprattutto, un sindacato che appare impotente. Che spunta nelle vesti di un curatore fallimentare che, clamorosamente, riesce solo a recarsi al capezzale del morto. Perdita di rappresentanza. Meglio, perdita di aderenza con la realtà. Ne è convinta il segretario della Cgil Salerno Maria Di Serio: «Il nostro ruolo lo possiamo recuperare solo stando molto di più sulle questioni e avendo un rapporto più stretto con le persone che rappresentiamo».





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