Salerno, bimbo di tre mesi in fin di vita: indagati per lesione i genitori

La coppia di Salerno ha ammesso di far uso di droga: il tribunale dei Minori ha sospeso la loro genitorialità

L'ospedale pediatrico Santobono di Napoli
L'ospedale pediatrico Santobono di Napoli
di Angela Trocini
Giovedì 18 Gennaio 2024, 06:45
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Sono indagati per lesioni i genitori del neonato di tre mesi ricoverato, la settimana scorsa, al Santobono di Napoli per meningite e nelle cui urine furono trovate lievi tracce di cocaina. Il piccolo non è stato vaccinato contro la meningite e, quindi, sarebbe stato contagiato da un batterio che prevede la prima dose di vaccino a 2 mesi ed un richiamo a 6, ma i genitori (entrambi tossicodipendenti) se ne sarebbero dimenticati. Ufficialmente perchè impegnati con le malattie da Covid degli altri figli. Nei loro confronti è stata anche sospesa la potestà genitoriale: la coppia ha altri tre figli (oltre il piccolino di 3 mesi) che sono stati collocati in due case famiglia. Ora, nel prosieguo, al Tribunale per i minorenni di Salerno, ci saranno una serie di udienze per argomentare la questione (come di prassi in questi specifici casi). 
LA STORIA
A quanto pare entrambi i genitori avrebbero deciso di entrare in comunità per disintossicarsi, sebbene non sia la prima volta che abbiano tentato di uscire dal tunnel della droga. Purtroppo, dopo alcuni mesi dall’uscita dalla comunità, sono ricaduti nella spirale della tossicodipendenza. Quando la settimana scorsa portarono il figlioletto di 3 mesi al pronto soccorso dell’ospedale Ruggi a Salerno (poi i medici, viste le condizioni gravi del piccolo, disposero il trasferimento al Santobono), gli stessi dichiararono di far uso di cocaina: la famiglia era in carico ai servizi sociali, proprio a causa delle problematiche della coppia, ma fino a quel momento non c’erano state segnalazioni di comportamenti gravi nei confronti dei figli minori. Questo fino a giovedì, quando all’arrivo in ospedale del piccolo, i medici riscontrarono - oltre che condizioni igieniche non delle migliori - la meningite e la presenza della sostanza stupefacente nelle urine. Una volta trasferito a Napoli, però, dalle analisi del sangue il piccolo non risultò positivo alla cocaina (tanto che si pensò ad un falso positivo) ma approfondendo gli accertamenti - attraverso la cromatografia/spettometria di massa ad altissima sensibilità - emerse la presenza di lievi tracce di cocaina. Ora il piccolo avrebbe potuto inalare una ridotta quantità di cocaina che era stata fumata dai genitori oppure, nel momento in cui è stato preso in braccio dalla madre, qualche residuo era rimasto addosso alla donna. La coppia di genitori è stata sin da subito collaborativa con i medici raccontando quanto accaduto, autoaccusandosi di far uso di cocaina, ma negando di aver somministrato la droga al figlioletto. Racconto riferito anche agli agenti della Squadra Mobile di Salerno, titolari delle indagini i cui esiti sono al vaglio del magistrato della procura salernitana che si sta occupando della vicenda e che ha iscritto i due genitori sul registro degli indagati per lesioni. 
LE INDAGINI
L’attività investigativa, comunque, continua anche per ricostruire con esattezza l’accaduto: a quanto pare i figli più grandi, al momento del fatto, non erano in casa dei genitori ma dai nonni in quanto nell’abitazione erano in corso dei lavori. Solo il piccolino era rimasto accanto a mamma e papà. Una storia che registra comunque tutto il disagio di una famiglia che vive ai margini della società: genitori di 4 figli (il più grande ha 11 anni e il più piccolo 3 mesi) al momento disperati per le sorti del neonato. Hanno raccontato agli inquirenti di aver dimenticato il vaccino in quanto presi dalla problematica del contagio da Covid che aveva riguardato i figli più grandi.

C’è da chiedersi, però, se una maggiore attenzione da parte dei servizi sociali avrebbe potuto evitare tale dimenticanza aiutando questa coppia nella gestione quotidiana dell’intera famiglia ora smembrata: su disposizione della competente autorità giudiziaria, i due figli più grandi sono stati trasferiti in una casa famiglia; il terzo in un’altra struttura e il più piccolo ricoverato in ospedale.

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