Macchinari fermi e e lavoratori in presidio alla Fos di Battipaglia: «Evitare la chiusura»

Oltre 300 gli operai pronti a forme di protesta anche plateali, tre settimane per sapere se ci sono aziende disposte a subentrare

L'incontro al Ministero
L'incontro al Ministero
di Marco Di Bello
Sabato 17 Febbraio 2024, 06:58 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 10:26
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La notizia della sempre più probabile chiusura della Fos Prysmian di Battipaglia è una doccia fredda per tutti. Lavoratori in primis, che si trovano a fare i conti con una circostanza mai presa in considerazione. Forse anche per questo, ai primi tempi, c’era scetticismo anche tra gli stessi dipendenti sulle reali intenzioni dell’azienda. Ora che la Prysmian ha ribadito anche in sede ministeriali le proprie intenzioni, la situazione è cambiata. Lo dimostra il presidio che ieri sera i lavoratori hanno montato all’esterno dell’azienda. Le macchine della Fos, da tutti giudicata un fiore all’occhiello della produzione italiana, sono ferme

Ai lavoratori non resta che architettare azioni che consentano di mantenere alta l’attenzione sulla questione. Per questo, oltre al presidio, si stanno già studiando manifestazioni per la prossima settimana. Tutto in attesa che trascorrano le tre settimane richieste dal Governo e si scoprano le carte dei presunti acquirenti - tre, secondo il ministro Adolfo Urso, di cui due internazionali e una italiana - o che Prysmian torni sui suoi passi. Anche tenendo conto che pure la Regione Campania è disposta a investire sul sito battipagliese. L’amarezza per la situazione, tuttavia, è tangibile. La trasmette, tra gli altri, il consigliere comunale, nonché dipendente della Fos, Domenico Zottoli: «Adesso la conferma c’è, non possiamo più far finta di niente: la Fos attualmente è chiusa - dice - adesso chiediamo che tutti i cittadini, le forze politiche, il prefetto diano il proprio contributo per questa causa». Intanto, i sindacati ribadiscono la preoccupazione: «In attesa che passino le tre settimane di verifica da parte del Ministero - ribadisce il segretario di Ugl Chimici, Eliseo Fiorin - è necessario tenere in attività gli impianti, seppur senza produzione, per renderli disponibili nel momento in cui dovesse intervenire un nuovo soggetto». 

Anche la politica è scesa in campo, con posizioni anche molto critiche: «Desidero esprimere il mio profondo disappunto e preoccupazione per l’atteggiamento della Prysmian - ha commentato Anna Bilotti, senatrice del M5s - Tale decisione non solo mette a rischio il futuro professionale e la stabilità economica dei lavoratori e delle loro famiglie, così come i lavoratori dell'indotto, scaricando sullo Stato le responsabilità nei loro confronti: l'azienda ha incassato i profitti e ora socializza le perdite».

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Sulla stessa lunghezza d’onda anche il circolo del Pci di Eboli: «Non c’è nulla da discutere - scrive la segreteria - Con o senza Prysmian, con o senza altre imprese il sito produttivo di Battipaglia non deve chiudere». 
 

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