Due mesi in cui sarà sottilissima la linea di confine tra la frustrazione per le sconfitte e il paradossale sollievo di aggiungere un tassellino alle partite che mancano al termine. L'imperativo, per chi va in campo, è evitare l'agonia, ammesso che la Salernitana non ci sia già dentro dopo la ventesima sconfitta stagionale che, assieme alle inglesi Sheffield e Burnley, la pone tra le peggiori squadre delle top 5 leghe europee.
Il “mini torneo” di cui aveva parlato Stefano Colantuono prima di Bologna-Salernitana è partito male. Il tecnico ha cercato di dare una sua impronta, di cambiare qualcosa con un minimo di costrutto. Tutt'altro che campato in aria il 4-4-1-1 solido con cui ha provato a imbrigliare una squadra oggettivamente non imbrigliabile da collettivi in salute, figurarsi da uno lacerata.
L'analisi
«Sono ripartito dalle due linee da quattro perché quando ci sono grossi problemi è il sistema più semplice. È difficile giudicare la partita: ci aspettavamo il palleggio del Bologna, avevamo preparato un atteggiamento compatto. Il gol subito dopo un quarto d'ora ci ha un po' scombinato i piani ha dichiarato l'allenatore in sala stampa Abbiamo avuto anche la palla del possibile 1-1 con Simy, però se poi non concretizzi sei di nuovo lì a inseguire. Il raddoppio è stato fotocopia della prima rete, si può fare poco contro giocatori che hanno grandi giocate nel Dna. Onestamente mi scoccia aver preso il terzo gol: non dovevamo cadere ancora. La partita non sarebbe cambiata nella sostanza del risultato, però la fotografia sarebbe stata diversa. Beccare un 3-0 è un conto, perdere 2-0 con due buone occasioni create ci avrebbe a tanti altri che hanno perso qui. Era dura contro un Bologna che sta bene sotto tutti i punti di vista, uno degli avversari più scomodi da affrontare».
Altroché. Colantuono se l'è giocata con Bradaric alto a sinistra e Pellegrino bloccato alle sue spalle. «L'argentino ha attitudini più difensive rispetto al croato, l'ho schierato terzino per cercare di limitare Orsolini, che poi purtroppo ci ha punito realizzando un grande gol. Il merito è tutto suo. E poi Bradaric in carriera ha già giocato in posizione più avanzata ha commentato il trainer Ho inserito Vignato solo in seguito perché se avessi fatto scelte più offensive mi sarei consegnato agli avversari e sarei stato presuntuoso, oltre che non conoscitore della materia. Non è detto che in prossime occasioni non si possa giocare con entrambi gli esterni prettamente offensivi, dipende anche dagli avversari. È sempre questione di equilibrio. Volevo rendermi più pericoloso sulle fasce creando superiorità soprattutto con Tchaouna e legare il gioco con Candreva».
Il futuro
Cinque punti in otto partite.
«A questo non ci penso. Bisogna onorare i tifosi venuti a sostenerci e mantenere gli impegni nei confronti della società che ci fa stare bene e ci permette di lavorare nel migliore dei modi. Sfido a trovare una squadra ultima e molto staccata in classifica con 1200 persone al seguito nonostante la distanza. Il rispetto verso di loro dev'essere totale ha ammonito Colantuono Tra pochi giorni col Sassuolo mi auguro che sia la partita dell'anno, tra virgolette, perché bisogna chiudere in modo dignitoso. Se vedessi qualcuno non mentalizzato da questo punto di vista lo metterei da parte ma non è così: i giocatori ci servono tutti da qui al termine e devono prendere coscienza del fatto che non possiamo andare dietro alla classifica, altrimenti viene il mal di testa. Pensiamo partita dopo partita, senza guardare ad altro. Inoltre, non lo dico per fare il fenomeno, l'aritmetica retrocessione non c'è ancora. E allora giochiamocela, perché il calcio a volte è strano e se anche dovessimo avere una percentuale di salvezza inferiore all'1% va tenuta viva». Oggi subito la ripresa. Da verificare Manolas, uscito precauzionalmente ieri al pari di uno stanco Pierozzi e di Basic, «già claudicante per un colpo subito nella prima frazione».