Diete, dalla cheto al digiuno a ore: fanno male? Gli esperti: «Non educano a mangiare sano»

Attenzione a sceglierle a caso, seguendo la moda del momento e senza il parere di un medico

Cheto, digiuno a ore & co: gli esperti contro le diete di moda. «Non educano a mangiare sano»
Cheto, digiuno a ore & co: gli esperti contro le diete di moda. «Non educano a mangiare sano»
di Graziella Melina
Martedì 16 Aprile 2024, 00:33
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La dieta mediterranea è alla portata di tutti, eppure gli italiani spesso preferiscono cibi esotici o diete fai-da-te. Secondo gli ultimi dati sui Consumi Alimentari in Italia esaminati dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), i prodotti raccomandati per una alimentazione sana non sono infatti in cima alle preferenze: il consumo medio quotidiano di frutta non supera i 166 grammi, 147 la verdura e 9 i legumi, in calo rispetto al passato. Dati non incoraggianti, dunque, se si pensa che l’apporto energetico medio della popolazione dai 3 ai 74 anni (1.933 chilocalorie al giorno) dovrebbe derivare per il 15% da proteine (5% di origine vegetale e 10% di origine animale), per il 42% da carboidrati e per il 34% dai grassi. A complicare la questione c’è poi la tendenza a seguire la moda anche quando si tratta di portare piatti a tavola. Stando ad un’altra indagine del Crea, si scopre che su 2500 persone prese in esame hanno seguito una dieta il 72% delle donne, contro circa il 59% degli uomini, per “perdere peso” (84%) e per “motivi di salute” (42%). Le diete più seguite sono quelle che consigliano di “mangiare di meno” (per il 48% del campione) e quella ipocalorica bilanciata (36%).

LE MODE

Sono molto richieste, poi, la dieta iperproteica (con apporto di proteine del 25-30% o del 35-40%), la chetogenica (ossia a bassissima concentrazione di carboidrati, meno di 50 grammi al giorno e a prevalenza lipidica) e il digiuno intermittente (periodi più o meno lunghi, intervallati da periodi di alimentazione normale).

Eppure, alla fine, i risultati non sono incoraggianti, come evidenzia il 5° Italian Barometer Obesity Report: le persone in eccesso di peso sono più di 17 milioni e 5,6 milioni soffrono di obesità. «Le diverse diete sono difficilmente comparabili – precisa Giacinto Miggiano, professore di scienza dell’alimentazione e gastroenterologia dell’Università Cattolica di Roma – perché alcune sono utilizzate per scendere di peso, altre per curare malattie metaboliche a cominciare da sovrappeso e obesità, o patologie cardiovascolari».

Attenzione, quindi, a sceglierle a caso, seguendo la moda del momento e senza il parere di un medico. «Con il digiuno intermittente, per esempio – mette in guardia Miggiano - si potrebbero ottenere effetti a breve termine, ma alla lunga non vengono mantenuti. Questo tipo di diete, infatti, non abituano alla corretta alimentazione. Al contrario, invece, la dieta mediterranea prevede prodotti che di per sé, se presi in maniera adeguata, non fanno male: ossia frutta, verdura, cereali integrali, legumi, olio di oliva». C’è poi il capitolo del consumo delle pietanze esotiche. «Se non si hanno patologie – precisa il nutrizionista – ci si può anche concedere di assaggiare il sushi o il cous cous, purché però non diventi un sistema di vita alimentare. Il criterio è la quantità che se ne assume. E questo vale anche per il consumo dei prodotti ultraprocessati».

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