Sannino abbraccia l'Irpinia: «Qui mi sento a casa»

Il cantautore napoletano questa sera in concerto a Forino e annuncia un nuovo singolo scritto e cantato con Peppe Barra

Andrea Sannino
Andrea Sannino
di Massimo Roca
Giovedì 10 Agosto 2023, 13:05 - Ultimo agg. 13:07
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Non solo Abbracciame: Andrea Sannino va oltre il fenomeno pandemico del suo brano più conosciuto. E lo fa con il suo nuovo Mosaico tour che questa sera arriva a Forino. «L'Irpinia è casa. Le mie due sorelle vivono da 20 anni a Monteforte Irpino: i miei nipoti sono avellinesi. Adoro Avellino ma anche le realtà rurali dell'interno perché regala condizioni di vita che spesso la metropoli ti toglie». Mosaico è il nome del suo nuovo album, «dieci canzoni che mi stanno dando soddisfazioni a livello di critica», con diversi duetti: Franco Ricciardi, Gigi Finizio, Clementino e la sorprendente "Mai senza 'e te" scritta ed interpretata con Mario Biondi. «Ci sono mondi vocali e musicali che s'incontrano. Lo sento l'album della mia maturità».

Tra i brani meno cliccati, ma più evocativi c'è 1985: «È l'anno in cui sono nato. I ragazzini vivono di serie, di film che sono ambientati in quegli anni, così colorati, con un'effervescenza musicale. Ne ho fatto un omaggio tra il collettivo, con la Napoli che scopriva Maradona, ed il personale raccontando l'amore tra i miei genitori». Una canzone d'amore che oscilla tra la citazione vendittiana di Ci vorrebbe un amico ed il rimando a Nino D'Angelo: «Gli Ottanta avevano un suono. Chissà se oggi stiamo lasciando la stessa eredità alle generazioni future? Da sempre mi batto per una napoletanità che sia sinonimo di qualità, di storia di cultura. Napoli è un micro mondo in cui si racchiudono mille sfumature, è mondo di mille culure.

Quando ti presenti a cantare in napoletano, a volte c'è chi non sa come collocarti».


Ma c'è chi, come Fiorella Mannoia, l'ha voluto ospite nel suo concerto ed ha duettato con lui in Abbracciame, definendola una delle più belle canzoni degli ultimi 30 anni. Il pregiudizio "neomelodico" però resiste: «Ha assunto una connotazione negativa. Se il neomelodico è chi canta canzoni trash o che inneggiano alla camorra, allora non sono un neomelodico. Ho 20 anni di teatro alle spalle, scrivo e canto in napoletano. Non mi vergogno di dirlo». Da novembre fino a metà marzo, Sannino sarà protagonista del musical tratto dalla serie televisiva Mare fuori. E poi c'è il secondo capitolo di Mosaico.
Altre 10 nuove canzoni: «Ho preferito spostare l'uscita all'inizio della prossima primavera, ma sarà anticipata da alcuni singoli tra cui Nenna, scritta e cantata insieme al maestro Peppe Barra».

L'identificazione con Abbracciame è stata un peso: «All'inizio ne ho sofferto. La gente mi aspettava solo per quel brano. Oggi è diverso. Chi mi segue le canta un po' tutte ed io ho fatto pace con una canzone che mi ha dato tanto e che resterà. La pandemia l'ha fatta entrare nell'immaginario collettivo: da canzone d'amore è diventata canzone universale». Tanto gli ha dato anche l'incontro con Lucio Dalla: «Mi ha cambiato la vita. Quando l'ho incontrato ero solo un ragazzino con tanti sogni in tasca. Non so cosa avesse visto in me. Quella palestra accanto ad un gigante della musica ha reso molto dell'artista che sono oggi».

 

In scaletta trova spazio anche 'A signora, l'inedito di Renato Carosone che Sannino ha realizzato con il pianista Lorenzo Hengheller. La sigla di Domenica in con Franco Ricciardi (Un giorno eccezionale) è stato l'altro passo verso una dimensione nazionale che però Sannino vuole conquistare senza sacrificare la scrittura in napoletano: «Lo vediamo con la trap, con tanti partenopei al vertice. Poi c'è Arisa che si cimenta, Tropico, Liberato ed i Nu Genea che spopolano. C'è solo un problema: se io volessi provare Sanremo, da regolamento sarei costretto a non scrivere in napoletano. Ecco, nel caso, proverei a sfidare il regolamento».

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