Salerno, i vescovi da papa Francesco: «La nostra gente al Sud è la vostra grande ricchezza»

Durante l'incontro si è parlato dei problemi reali del territorio e del popolo

Papa Francesco con i vescovi
Papa Francesco con i vescovi
di Giuseppe Pecorelli
Venerdì 12 Aprile 2024, 06:30 - Ultimo agg. 08:04
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Ieri mattina, alle 9 in punto, i vescovi della Campania, e tra gli altri i salernitani, gli arcivescovi Andrea Bellandi e Orazio Soricelli (Amalfi-Cava de' Tirreni), i vescovi Antonio De Luca (Teggiano-Policastro) e Vincenzo Calvosa (Vallo della Lucania) e l'abate di Cava, Michele Petruzzelli, incontrano, nella biblioteca del Palazzo apostolico, papa Francesco. L'incontro, culmine della “visita ad limina apostolorum” iniziata lunedì scorso, si svolge in un clima di grande familiarità. Sono due ore di dialogo e confronto nelle quali ogni singolo vescovo prende la parola per aggiornare il pontefice sulla vita della Chiesa nella propria realtà particolare.

I temi più affrontati, come spiega al termine monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, toccano aspetti pastorali, il rapporto con il popolo, le nuove sfide dell'evangelizzazione in un mondo sempre più complesso.

Francesco incoraggia i successori campani degli apostoli: «Siate veri pastori – dice – la vostra ricchezza è il popolo«. Nelle parole del papa, una riflessione sul rapporto dei vescovi con il proprio territorio, la riconoscenza per il loro impegno pastorale quotidiano: «Vi ringrazio perché siete pastori con l'odore delle pecore. Ho sentito, da questo dialogo, che siete veramente pastori. Non avete parlato di cose astratte, intellettuali, ma avete parlato di cose concrete, del rapporto con il vostro popolo. La nostra gente, al Sud, che è la nostra vera grande ricchezza».

«Ci ha confortato – commenta Di Donna – la conferma nella fede, ma ancor di più nella speranza». La visita ad limina, il pellegrinaggio dei vescovi di un territorio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, consuetudine che risale ai primi secoli di storia della Chiesa e che solitamente si ripete ogni cinque anni (l'ultima, però, si tenne nel 2013 con papa Benedetto XVI), ha, tra i momenti essenziali, oltre al pellegrinaggio e alle celebrazioni (nelle basiliche di San Pietro, di San Giovanni in Laterano, di Santa Maria Maggiore e di San Paolo fuori le mura), l'incontro dei pastori con i vertici dei Dicasteri della Curia Romana. Oggi gli ultimi appuntamenti con le riunioni dela mattinata al Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, al Dicastero per la cultura e l'educazione e e alla sezione per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato. Da lunedì scorso i vescovi campani hanno interloquito con i Dicasteri per il servizio dello sviluppo umano integrale; per i laici, la famiglia e la vita; per i vescovi; per il clero; per la dottrina della fede; per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; per l'evangelizzazione; per la comunicazione. Un modo per ogni diocesi, e per ogni vescovo, per confrontarsi con la Santa Sede e averne indicazioni per progettare il cammino futuro.

«Dalla dettagliata descrizione della vita della nostra diocesi – ha commentato nei giorni scorsi monsignor Antonio De Luca parlando della chiesa di Teggiano-Policastro – viene fuori uno spaccato particolarmente vivo e attento alle esigenze del nostro popolo. Anche noi, come le piccole diocesi delle aree interne, avvertiamo le grandi problematiche dello spopolamento, della fuga dei giovani, la prova economica alla quale sono sottoposte le famiglie, la perdita dei posti di lavoro, il lavoro in nero, il lavoro precario, la salvaguardia e la custodia dell'ambiente. Eppure, nonostante tutto, vorremmo continuare ad annunciare il Vangelo con lo stesso ardore e lo stesso entusiasmo e la stessa passione. Dalle parole che il santo Padre ci rivolge costantemente vogliamo cogliere una conferma ai nostri cammini di fede e un sostegno a una visione sinodale che ci permette di entrare nel futuro con rinnovato vigore ed entusiasmo».

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