Avellino, bomba al centro per l'impiego:
esclusa la finalità terroristica

Avellino, bomba al centro per l'impiego: esclusa la finalità terroristica
Mercoledì 28 Luglio 2021, 10:01 - Ultimo agg. 17:50
3 Minuti di Lettura

Riesame per i responsabili dell'attentato dell'anno scorso al centro per l'impiego di Avellino. Il giudice annulla l'ordinanza di carcerazione dei due «bombaroli» nella parte che concerne le finalità eversive del gesto.

Ieri gli avvocati Nello Pizza, Gaetano Aufiero e Rolando Iorio hanno discusso davanti ai giudici della decima sezione, peri due indagati Ubaldo Pelosi, 52enne consulente commerciale avellinese, e Carmine Bassetti, 49enne restauratore, nato nel Regno Unito ma residente ad Avellino. Entrambi erano accusati di attentato per finalità terroristiche e di eversione dell'ordine democratico. I due sono coloro che fecero esplodere l'ordigno che danneggiò il portone del Centro per l'impiego ad Avellino nel maggio dello scorso anno. Uno sarebbe l'autore materiale, l'altro l'uomo che guidò la vettura utilizzata per compiere l'attentato. I legali hanno chiesto l'annullamento delle misure cautelari in carcere per entrambi gli indagati focalizzando l'attenzione, dal loro punto di vista, sull'assenza dei gravi indizi di colpevolezza. Inoltre, ad avviso dei difensori, non vi sarebbe, nell'azione addebitata ai loro assistiti, alcuna finalità terroristica, dunque la stessa andrebbe ricondotta nel meno grave reato di danneggiamento. E infatti i giudici della decima sezione del tribunale della Libertà di Napoli hanno annullato la parte dell'ordinanza relativa proprio alla finalità terroristica. Resta in piedi l'accusa di danneggiamento e quella di porto di materiale esplodente.

I due - stando a quanto ricostruito dagli inquirenti - farebbero parte di un'ampia ed eterogenea realtà ostile ai provvedimenti restrittivi adottati dal Governo nel marzo 2020 per fronteggiare l'emergenza Covid.

Un movimento spontaneo e popolare - ad avviso degli inquirenti - che nei social manifestò l'intenzione di querelare l'allora presidente del Consiglio dei Ministri per i reati di attentato contro la costituzione dello Stato, abuso d'ufficio e violenza privata. Ed infatti il 30 aprile del 2020 Ubaldo Pelosi aveva depositato una denuncia querela nei confronti dell'ex presidente del consiglio Giuseppe Conte. Gli indagati nonostante una perquisizione anche nelle loro case stando a quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbero continuato a pianificare altri atti dimostrativi, con obiettivi non definiti, che non vennero portati a termine. Inoltre nel corso dell'attività investigativa sono emerse le finalità rivoluzionarie dei due indagati, esplicitate nel corso di alcune manifestazioni pubbliche organizzate ad Avellino. Ed ancora, dalle intercettazioni effettuate dagli inquirenti dopo l'esplosione della bomba via Pescatori emergerebbe in maniera chiara ed inequivoca secondo gli inquirenti il rapporto tra i due quando Pelosi stava immaginando di preparare un nuovo attentato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA