Rifiuti, niente riunificazione ad Avellino: scissione e proteste

La riunione convocata da De Luca non sortisce gli effetti sperati

I protagonisti della riunione
I protagonisti della riunione
di Alessandro Calabrese
Giovedì 23 Febbraio 2023, 08:58
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Gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Irpinia: Ato e Comune di Avellino restano divisi. Non sortisce gli effetti sperati la riunione sul tema svolta ieri mattina a Collina Liguorini tra il presidente dell'ente d'ambito, Vittorio D'Alessio, e il sindaco Gianluca Festa, e voluta dal presidente dell'Osservatorio regionale, Enzo De Luca, che ha tentato una mediazione sulla riunificazione del servizio in Irpinia, mettendo attorno allo stesso tavolo gli attori interessati. Presenti anche il direttore generale dell'Ato, Anna Rosa Barbati e il consigliere Luigi Cella, oltre al dirigente del settore per la Regione Campania, Antonello Barretta. Assente, invece, il vertice della Provincia, Rizieri Buonopane che per il 27 febbraio ha convocato il Consiglio di Palazzo Caracciolo per un'informativa sull'individuazione della dotazione impiantistica da trasferire proprio all'Ato rifiuti.

Ora si attendono gli sviluppi delle due procedure parallele, che vedono il Comune capoluogo andare verso una società mista e l'Ente d'Ambito verso l'affidamento in house providing, per verificare se sarà ancora possibile riunificare le gestioni operative. «Il senatore De Luca ha provato a far sì che anche l'ente d'ambito afferma Festa - si unisse al Comune di Avellino, rispetto alla soluzione individuata.

Ma credo che in questo momento l'Ato sia impossibilitato perché ha imboccato un'altra strada, quella dell'affidamento in house che se non andrà in porto lo vedrà costretto a fare una gara solo per il privato. Fa piacere aver trovato la condivisione dell'Osservatorio sul nostro percorso, però mi sembra di poter affermare che non ci siano le condizioni per andare verso una società mista da parte dell'ente d'ambito. Opzione secondo noi migliore che consentirà alla città di migliorare il servizio a costi ridotti. Salvaguardando anche tutti i dipendenti, che solo inizialmente saranno gestiti dal socio privato ma poi rientreranno sotto il tetto della "Grande srl", alla quale sarà affidato il servizio appena avrà autorizzazioni e requisiti».

Anche D'Alessio difende la sua posizione: «Il nostro approccio resta teso alla massima apertura per affrontare al meglio la questione rifiuti e l'organizzazione del ciclo integrato. Del resto, la problematica riguarda tutta l'Irpinia e quindi i suoi 118 sindaci. Il nostro intento è quello di abbassare la tariffa. Abbiamo seguito il percorso che ritenevamo più veloce per affidare la gestione del servizio in provincia di Avellino. La riunione ha ulteriormente chiarito le posizioni in campo: non c'è alcun tipo di contrasto tra Ato e Comune capoluogo che ha fatto una scelta legittima costituendo il sub ambito distrettuale. Da parte nostra, però, restiamo sulla strada dell'in house providing. Abbiamo interpellato l'Università Parthenope di Napoli e ci siamo avvalsi della consulenza di illustri professori che ci hanno indicato questo percorso. Quella della società interamente pubblica è anche la strada che i tempi ci imponevano, specie dopo il decreto legislativo dello scorso dicembre. Una scelta ponderata per raggiungere più velocemente l'obiettivo».

Le conclusioni sono affidate all'organizzatore dell'incontro, che nonostante i tempi strettissimi non demorde dall'idea di poter trovare una soluzione in extremis che eviti la scissione del ciclo integrato dei rifiuti in Irpinia. Missione quasi impossibile. «Finché non si concludono i rispettivi percorsi - dice dunque De Luca - c'è sempre un margine di manovra. È chiaro che, allo stato dell'arte, ci sono degli ostacoli. Il nostro invito a rientrare in un'unica gestione complessiva, attraverso una gara per una società mista che operi su tutto il territorio provinciale, risponde a un piano normativo e alle opportunità da sfruttare con il Pnrr. Ciò abbatterebbe i costi e creerebbe anche una condizione di utilizzo complessivo dell'impiantistica. È vero che si è arrivati in ritardo ma questa strada attuerebbe definitivamente la legge regionale 14 nata sette anni fa e darebbe un ruolo centrale ai sindaci. Con l'Osservatorio, e in particolare il dirigente Barretta, monitoreremo gli sviluppi dei percorsi di Ato e Comune». Per ora, dunque, la scissione è confermata: da un lato il capoluogo, con la nuova azienda che coinvolgerà anche un privato, e dall'altro l'Ambito, che assicurerà al resto della provincia un gestore totalmente pubblico.

Ma gli operai di IrpiniAmbiente, azienda provinciale il cui personale andrà giocoforza diviso tra le nuove società del Comune dell'Ato, non sono convinti dei nuovi percorsi, tanto che hanno dichiarato lo stato di agitazione, con diversi disagi in queste ore per la raccolta rifiuti tra Avellino e hinterland. «La società rappresenta di aver compiuto ogni sforzo utile ad evitare disagi alla collettività - dicono dall'azienda - Lo ha fatto manifestando la propria disponibilità a mantenere aperti i tavoli istituzionali, così come profondendo ogni risorsa allo scopo di mantenere il miglior servizio possibile. In una situazione di tal fatta, la società formalizza le scuse per i disagi causati agli utenti ed ai cittadini per quanto occorso in questi giorni, specie nel capoluogo e nel suo hinterland. Tanto, evidentemente è la conseguenza dello stato di agitazione e della astensione dei lavoratori dalle prestazioni di lavoro straordinario. L'azienda conferma la propria incondizionata disponibilità a risolvere in modo concertato le criticità sollevate dalle organizzazioni sindacali».
 

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