Il Cancelliere, tradizione e vino d'autore

L'azienda agricola di contrada Chianzano produce solo rossi di qualità

Il Cancelliere, Soccorso Romano
Il Cancelliere, Soccorso Romano
di Alberto Nigro
Sabato 23 Settembre 2023, 00:31 - Ultimo agg. 00:36
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Una macchia verde attraversata da stretti sentieri grigi. Poche case, sparse qua e là come stelle in un cielo denso di nuvole. A tratti, i riflessi rossi e bruni dell'imminente autunno.  Ci si presenta così contrada Chianzano, a Montemarano, nel cuore della Valle del Calore. Un piccolo angolo d'Irpinia che se non fosse per qualche macchina o trattore di passaggio sembrerebbe uscito da un romanzo dell'Ottocento. Ed è proprio qui, al confine con la contrada Iampenne, che, circondata da ordinati filari di Aglianico, sorge l'azienda vitivinicola Il Cancelliere. Si tratta di una realtà che opera sul mercato dal 2005, ma che affonda le radici in un'antica tradizione familiare. Il titolare è Soccorso Romano, il Cancelliere, appunto, uomo dai tratti duri, tipici di chi è abituato a lavorare in campagna, ma dotato di un sorriso dolce ed uno spiccato senso dell'umorismo, che ha ereditato la passione per la vigna da suo nonno (che manco a dirlo si chiamava Soccorso Romano ed era detto il Cancelliere). Al suo fianco, nella gestione dell'attività, la moglie, Pasqualina Nigro, i figli Enrico, Nadia e Tiziana, la nuora Rita e il genero Claudio.

I filari circondano l'azienda per circa 7 ettari e a regnare incontrastato è l'Aglianico. Perché? Lo spiega semplicemente Soccorso: «Il terreno a Montemarano è buono per l'Aglianico: cos'altro dovremmo coltivare?».

A girare tra i vigneti, emerge una maniacale cura per la terra. D'altro canto, l'azienda è certificata bio dal 2008 e fa della qualità e dell'ecosostenibilità stelle polari imprescindibili. Nel corso degli anni, proprio per crescere sotto tali profili, sono stati anche fatti pesanti investimenti sia sul versante dei macchinari atti alla vinificazione e all'imbottigliamento che sulle botti (per lo più in rovere di Slavonia). Le bottiglie prodotte sono circa 25mila, quattro, invece, le etichette storiche: Vendemmia (Campania Aglianico), Gioviano (Irpinia Aglianico), Nero Né (Taurasi) e Nero Né (Taurasi Riserva) a cui lo scorso anno si sono aggiunti il Rosso Chiaro (Rosato) e 'O Pezzaro (un blend delle 4 etichette storiche).

A sorprendere, nel corso della lunga degustazione alla quale abbiamo partecipato, la longevità di questi nettari, con una punta toccata dal Gioviano che con le annate 2008 e 2009 ha mostrato una vivacità fuori dal comune. L'accoglienza è stata davvero straordinaria e non possiamo non far riferimento alle strepitose doti culinarie di Rita (che, per inciso, con le proprie mani produce anche diverse tipologie di salumi). A farci da guida, invece, il vulcanico Claudio, che ha abbracciato l'Irpinia per amore di Nadia, ma conserva nel cuore le sue origini cilentane. È lui che oggi si occupa di marketing e comunicazione aziendali e che, complice una smisurata passione per il vino in generale, rappresenta una continua fonte di novità ed ispirazione. Tra una chiacchiera ed un assaggio, adagiati al fresco di una pergola, il pomeriggio scorre lento. Soccorso, appoggiato al muro, sorride sornione e, all'improvviso, esclama: «Il mio l'ho fatto. Ormai mi riposo. Al limite faccio l'operaio».

Tutti esplodono in una fragorosa risata, anche perché tenere Soccorso lontano dal lavoro nei campi è impresa ardua, soprattutto se decide di cavalcare uno dei trattori di cui è tanto fiero. Il suo impegno, però, è stato ripagato, tant'è che i vini del Cancelliere oggi sono ampiamente distribuiti in Italia, ma impreziosiscono le tavole di mezzo mondo, dal Giappone agli Usa, passando per Germania, Francia e Paesi Bassi. Insomma, quella del Cancelliere è una storia di sacrifici, d'amore e di famiglia, di quelle storie in grado di scaldare il cuore, semplici come un pugno di terra, calde come un lungo sorso di Aglianico.

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