Aziz Abbes Mouhiidine domani in finale per l'oro mondiale dei massimi, l'ansia di mamma Emilia

I riti della madre: sola davanti alla tv a vedere il figlio

Aziz Abbes Mouhiidine con la mamma Emilia
Aziz Abbes Mouhiidine con la mamma Emilia
di Riccardo Cannavale
Sabato 13 Maggio 2023, 09:13
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Il primo pensiero, dopo che l'arbitro gli ha alzato il braccio al termine del match con l'armeno Manasyan a sancire l'accesso alla finale mondiale di pugilato nella categoria dei pesi massimi 92 kg, Aziz Abbes Mouhiidine lo ha rivolto come sempre al papà, scomparso sei anni fa alla vigilia di un bivio importante per la sua carriera sportiva. Era stato lui, ingegnere marocchino stabilitosi in Italia, ad avviarlo alla noble art. Sognava di vederlo ai Giochi Olimpici: domani, anche per realizzare il sogno del papà, combatterà per salire sul tetto del mondo contro il russo Gadzhimagomedov. A Montoro, oltre seimila chilometri di distanza da Tashkent la città uzbeka in cui sono in corso i mondiali, mamma Emilia ha, come fa ogni volta che il figlio sale sul ring, sofferto da sola davanti alla tv.
Più che un gesto di scaramanzia, il suo è un modo per ritrovare la forza della famiglia, quella che un destino atroce ha reso in parte monca.

 

«Il giorno del match mando via tutti» racconta Emilia Vitaglione che da qualche anno ha stabilito la sua residenza a Montoro, a due passi da Mercato San Severino, la città d'origine. L'ansia per ciò che accade sul quadrato è troppo forte. «Devo stare da sola, con una foto di mio marito come unica compagnia. È il mio modo per rasserenarmi, anche se durante i tre round non capisco nulla».
L'unica deroga al personalissimo fuori i secondi, mamma Emilia la concede a Carlotta Paoletti, la compagna di Aziz Abbes che, i casi della vita, proprio ad Avellino, due anni fa, conquistò il titolo italiano nei pesi medi.
Anche ieri, subito dopo il match, Abbes Aziz ha chiamato la mamma. Per rassicurarla e condividere la gioia della vittoria. Per il pugile nativo di Avellino, quella di oggi sarà la seconda finale mondiale consecutiva. «È concentrato, vuole l'oro, se lo merita» pronostica mamma Emilia. Che conta le ore che la separano dall'abbraccio con il "piccolo" di casa. Martedì scoppierà a piangere quando lo vedrà varcare la soglia di casa con la medaglia al collo. Soprattutto se sarà d'oro.
«Ormai lo vedo per pochi giorni al mese. Mio figlio si allena ad Assisi al centro federale, ma appena può corre qui a Montoro a casa. Spesso con Carlotta, che per me è una seconda figlia. Ora - conclude Emilia Vitaglione - lo aspetto con la medaglia d'oro. Sono convinta che stavolta ce la farà. Per coronare il sogno del papà».
 

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