Ancora un rinvio. Il trasferimento della centrale operativa del 118 (di competenza dell’Asl di Avellino), dal pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino al Centro di riabilitazione Australia, slitta a marzo dell’anno prossimo.
Annunciato come imminente, lo scorso febbraio, dal direttore generale dell’ente di via Degli Imbimbo Mario Nicola Ferrante, il trasloco non è ancora avvenuto. Di conseguenza non è nemmeno scattata la riorganizzazione del reparto di Emergenza del Moscati che, sempre più congestionato, avrebbe bisogno come dell’aria degli spazi adesso occupati dagli operatori del 118. Tuttavia il cronoprogramma, aggiornato di recente, fissa la nuova data a marzo dell’anno prossimo. Come conferma Ferrante: «La data ultima, per effettuare il trasferimento, è quella del 31 marzo 2024. Noi contiamo di fare prima». Ma perché tutti questi ritardi? «Questi sono i tempi anche per il trasferimento della logistica tecnica», dice ancora il manager senza fornire ulteriori spiegazioni. Come noto, quella del Centro Australia sarà pure una soluzione temporanea, in quanto la centrale operativa del 118 è destinata all’ex ospedale Maffuci di Contrada Pennini che l’Asl di Avellino ha ottenuto in comodato d’uso per 50 anni dal Moscati (l’altro giorno la ratifica del contratto, ma il plesso dismesso da anni dovrà essere prima ristrutturato).
I ritardi accumulati dall’Asl di Avellino non convincono le organizzazioni sindacali di categoria. Il Nursind, con il segretario territoriale Romina Iannuzzi e con il segretario aziendale Asl Romolo Pasquariello, chiederanno un incontro al prefetto di Avellino Paola Spena per tentare di dirimere la questione.
I sindacalisti del Nursind, più volte in passato, hanno segnalato le carenze organizzative del servizio di emergenza territoriale che coordina le ambulanze presenti sul territorio. «Accanto ai problemi strutturali - dicono ancora Iannuzzi e Pasquariello - permangono quelli legati ad una carente dotazione organica, appena due infermieri per turno con carichi di lavoro insostenibili. Inoltre, denunciamo l’assenza del medico di centrale operativa durante i turni notturni. Tutto ciò si ripercuote a catena su tutte le postazioni territoriali del 118 dove malgrado le nostre tantissime segnalazioni l’Asl di Avellino continua ad esternalizzare il servizio e quindi a cederlo a terzi con l’unico obiettivo di risparmiare sul costo del lavoro e sulla qualità dei servizi che ribadiamo comprende anche l’ambulanza di tipo A (Cmr con a bordo i medici anestesisti)».
L’Asl di Avellino, secondo i segretari territoriale e aziendale del Nursind, «per garantire lo svolgimento del servizio trasporto infermi in emergenza con ambulanza di tipo A ha affidato il servizio all’Associazione temporanea di scopo - composta da Confederazione nazionale Misericordie d’Italia, Croce Rossa Italiana e Anpas - con un prospetto di rimborso di 88mila 47,20 euro mensili, pari a 1 milione 85mila 218,60 euro all’anno. L’Ats, per questa convenzione ha reclutato cinque medici anestesisti ultrasettantenni che tutt’ora svolgono turni di lavoro sull’ambulanza superiori alle 72 ore consecutive, contro ogni disposizione di legge». La circostanza, segnalata nei mesi scorsi da Il Mattino, non è mai stata smentita dalla direzione generale dell’Asl che ha sempre difeso la scelta di esternalizzare il servizio. «A questo proposito - aggiungono infine i sindacalisti - segnaliamo che su tutto il territorio c’è una incomprensibile distribuzione delle ambulanze medicalizzate, mentre ad Avellino sono presenti diverse postazioni con medico a bordo nella parte est della provincia benché vi sia un numero elevato di postazioni, queste non hanno neanche l’infermiere in dotazione».