Continua l'emergenza sangue,
sos dai medici del Moscati

Continua l'emergenza sangue, sos dai medici del Moscati
di Antonello Plati
Mercoledì 13 Luglio 2022, 08:25
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Continua l'emergenza sangue all'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Nonostante i cittadini abbiano risposto molto bene all'appello lanciato dal direttore del servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale (Simt), Silvestro Volpe; nelle prossime ore, forse già in giornata, dovrebbero essere sospesi gli interventi chirurgici in elezione.

Il sangue donato fino a questo momento dagli avellinesi non è infatti sufficiente a soddisfare la richiesta delle unità operative interne e degli altri ospedali e cliniche private irpine. Quindi, non dovrebbe esserci alternativa allo stop alle sale operatorie (ma saranno sempre garantiti gli interventi urgenti) sia al Moscati sia negli altri presidi sanitari della provincia. Si diceva della tante donazioni, che però ancora non bastano. E che purtroppo vanno avanti tra la disorganizzazione del Simt.

Diverse le segnalazioni in questo senso da parte delle persone che da sabato in poi sono andate al settore B della città ospedaliera a porgere il braccio. Tutti o quasi lamentano «una pessima accoglienza da parte degli operatori del centro trasfusionale». Altri parlano di «una disorganizzazione totale». In sede, si giustificano con la mancanza di personale. Ieri mattina, i tempi di attesa per effettuare il prelievo hanno superato le 3 ore. «Avere difficoltà nel gestire i flussi è un conto», dice un utente. «Ma navigare a vista è cosa ben diversa». A causa di questi problemi, decine di persone, sia ieri sia nei giorni scorsi, sono tornate a casa senza donare il sangue.

La soluzione potrebbe arrivare entro un paio di giorni, come ha anticipato ieri a Il Mattino, Maria Picaro, ex referente territoriale dell'Avis e oggi a capo della neonata Associazione donatori sangue (Ads) Campania (in attesa dell'autorizzazione regionale per incominciare a fare la raccolta): «È stata realizzata l'ispezione a questa nuova struttura associativa, anche se di nuovo ha solo il nome. E a breve dovremmo ricominciare a operare sul territorio supportando la Regione nell'arginare questa grave condizione emergenziale». L'inizio della «crisi del sangue» in provincia di Avellino (fine marzo) coincide proprio con il blocco delle attività di raccolta a due strutture associative (Avis Avellino e Avis Casoria, ndr) che si occupavano da anni della raccolta rifornendo i nosocomi convenzionati con oltre 3mila sacche al mese. Entrambe, come detto, hanno subito un blocco delle attività dopo l'uscita da Avis (avvenuta per divergenze coi vertici regionali) e il cambio di denominazione da Avis ad Ads per la sede avellinese, da Avis a Filo rosso per quella di Casoria. Da allora, entrambe sono in attesa dell'autorizzazione sanitaria da parte della Regione Campania: «In pratica spiega Picaro le associazioni, regolarmente accreditate e autorizzate alla raccolta del sangue, dal 21 marzo scorso hanno cambiato denominazione e per questo motivo sono in attesa del nulla osta da Napoli».

Si mobilitano anche le associazioni e i sindacati. Agli appelli di Cgil Avellino e del Movimento italiano disabili, si aggiunge quello di due giovanissimi irpini (appena 18 anni) Chiara Schettino e Antonio Dello Iaco cofondatori del Progetto Rosso. Spiegano: «L'obiettivo è invogliare quanti più cittadini under 30 e non solo, a donare il sangue soprattutto in questo momento di emergenza. In cambio tutti avranno un premio: un cornetto offerto dal bar Mivida di Avellino». Per sostenere l'iniziativa basta collegarsi al link https://calendly.com/donarosso/emergenza-avellino e iscriversi alla «Piattaforma Rosso» come donatori. Gli utenti riceveranno poi un'assistenza diretta, via mail o whatsapp, da parte degli esperti di Rosso che saranno in costante contatto con loro nei momenti precedenti e successivi alle donazioni.

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