Denso, il vescovo Aiello con gli operai licenziati «Sono al vostro fianco»

Non ci sono i sindacati, si muove la Chiesa per fare da mediatore

Il vescovo con gli operai
Il vescovo con gli operai
di Selene Fioretti
Martedì 18 Luglio 2023, 08:12 - Ultimo agg. 09:42
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Il vescovo Arturo Aiello apre le porte agli ex operai interinali della Denso che hanno chiesto all'autorità ecclesiastica di dare eco alla loro vertenza. Ieri mattina, infatti, gli undici dipendenti licenziati dalla fabbrica di Pianodardine, insieme alle famiglie, sono stati accolti al Palazzo vescovile, dove hanno potuto raccontare la loro vicenda.

Un colloquio, dai toni intimi, durato quasi un'ora e che si è concluso con una benedizione e con la promessa di aiuto da parte di monsignor Aiello. Grandi assenti, invece, i rappresentanti delle sigle sindacali. Proprio su questo punto si muoverà il vescovo, che ha indicato nel dialogo la strada più efficace alla risoluzione dei problemi che stanno affliggendo gli ex lavoratori. Al suo fianco anche don Vitaliano Della Sala, presente all'incontro. Sarà lui a fare da anello di congiunzione con i sindacati per provare a riaprire un discorso più costruttivo.

«Ci impegniamo - afferma Aiello - a fare da cassa di risonanza delle sofferenze di queste famiglie che sono a rischio povertà.

Raccogliamo - continua - il loro grido d'aiuto e speriamo in un tavolo di concertazione affinché venga garantito loro il diritto al lavoro». Un diritto che, come sottolinea, troppo spesso viene a mancare in Irpinia. «Quello degli operai della Denso - dice Aiello - è un allarme che riguarda tutto il nostro territorio. Questa provincia è certamente verde e bella, ma sono qualità che passano in secondo piano quando manca il pane».

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Il vescovo, dopo aver ascoltato con estrema attenzione e partecipazione emotiva, ha chiarito di non volersi sostituire alle autorità governative o alla politica, ma piuttosto si è detto pronto a fare rete. Un momento che è servito a rinnovare la forza d'animo degli ex Denso. «In questo momento - dice Sergio Trezza, loro portavoce - bisogna appellarsi a tutta la città, a tutti gli organi istituzionali».

Infatti gli operai hanno già chiesto un incontro pure al presidente della Regione Campania e al prefetto e al sindaco di Avellino. «Sono convinto - continua Trezza - che le soluzioni per risolvere la nostra situazione ci siano, quello che serve adesso è l'impegno di tutti. Il vescovo è stato straordinario nell'accoglierci e nella promessa di farci da intermediario». Un momento che per le famiglie ha avuto anche una grande valenza spirituale. Ci tiene a evidenziarlo Michele Guarino, che è stato team leader del settore stampaggio per ben diciassette anni. «È stato molto importante per noi. Siamo tutti padri e madri, non possiamo permetterci di fermarci». Alle sue parole si affiancano quelle della moglie, Rita Bruno: «Ho deciso di essere anch'io qui per sostenere mio marito. Temiamo - si confida - che possa succedere il peggio. Come può reagire a livello psicologico una persona che per anni è costretta a rimanere a casa?».

Allo scadere del contratto di staff leasing, regolato dall'agenzia interinale Manpower, per il marito è terminato il rapporto lavorativo con la Denso. E così per gli altri, che da gennaio scorso sono in disoccupazione. L'ultima svolta c'era stata lo scorso 14 giugno, nel corso di una riunione nella sede avellinese di Confindustria, quando i sindacati avevano proposto una soluzione che avrebbe garantito entrambe le parti: aziendale e operaia. Un accordo che avrebbe portato al graduale reintegro lavorativo a seguito dei pensionamenti. Tuttavia la proposta aveva lasciato molti dubbi che ad oggi nessuno è stato in grado di chiarire. «L'accordo sindacale - afferma Trezza - non poggia su basi certe. Nessuno ci può certificare che nei prossimi trentasei mesi si potrà ricorrere alla mobilità. Per assurdo, non ci è stato nemmeno mostrato un elenco delle persone che anagraficamente sono vicine al pensionamento».

Al posto degli interinali dall'esperienza ventennale, la Denso, che quest'anno ha aumentato la produttività, ha assunto altre sessanta persone, tutte giovanissime. Una manovra che agli occhi di chi è stato licenziato rappresenta un'ingiustizia ma che mostra, a quelli della società, quanto sia facile nella terra dell'osso mettere deboli contro deboli.
 

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