Enrica e Patrizia Lo Pilato, Le streghe ubriache che producono liquori

Due professioniste avellinesi, lo scorso aprile, hanno pensato di utilizzare le erbe e le dolcezze d’Irpinia con un metodo rigorosamente artigianale

Enrica e Patrizia Lo Pilato
Enrica e Patrizia Lo Pilato
di Stefania Marotti
Mercoledì 6 Marzo 2024, 00:00
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Ricerca dei miti e delle leggende dell’Irpinia, studio delle tradizioni, ricordi familiari, promozione del territorio in un nuovo brand. Le streghe ubriache è l’affascinante produzione di liquori, marmellate di nicchia, nate dalla passione e dall’intraprendenza di Enrica e Patrizia Lo Pilato due professioniste avellinesi, che, lo scorso aprile, hanno pensato di utilizzare le erbe e le dolcezze d’Irpinia con un metodo rigorosamente artigianale. La loro sede di via Pironti è, ormai, meta di tanti curiosi, dopo il successo ottenuto ad Eurochocat, la kermesse del cioccolato, dove hanno proposto anche Manolonga, il liquore realizzato con nocciole e fave di cioccolato, apprezzato anche dal giornalista Rai Gigi Marzullo.

«L’idea dell’azienda - spiega Enrica Lo Pilato - nasce dopo due anni di ricerche sulle tradizioni del territorio, con particolare riferimento alle streghe, ma anche dal desiderio di valorizzare la storia della nostra provincia, con le sue figure simbolo, conosciute anche come “janare” o “maciare”. Nostra zia, che viveva a Mirabella Eclano era proprio una “maciara”. Quando andavamo a trovarla, notavamo la sua stanza sottosopra ed il suo corpo coperto da lividi. Ci diceva di essere stata picchiata dagli spiriti, con cui entrava in contatto. Inoltre, faceva anche delle pozioni con le erbe». La loro storia familiare non finisce qui.

«Siamo proprietarie del Mulino dell’Infornata - continua Enrica - che è ubicato nei pressi del comando dei carabinieri. Risale al 1200 ed è stato attivo, per la macinazione del grano, fino al 1950. Il fascino del passato ci ha sempre accompagnato». Patrizia Lo Pilato ha cominciato a preparare i liquori, inizialmente realizzati per uso familiare. «Abbiamo sempre amato il contatto con la natura. Così, abbiamo cercato di conservare la genuinità delle erbe nelle nostre preparazioni, totalmente prive di conservanti e coloranti. Inoltre, da brave casalinghe, non sprechiamo nulla. Con le prugne, ad esempio, dopo l’infusione di alcol e vino, facciamo la marmellata. Stesso discorso per le arance, l’aloe, il mirto e la nostra ultima invenzione, Manolonga, creato per Eurochocolat, i cui residui di ingredienti sono utilizzati per una crema leggermente alcolica».

Ogni tipologia di liquore prodotto ha il nome di una strega irpina. Menandra, che contiene il pregiato centerbe, era una strega che prediceva il futuro in una grotta. Mefula era, invece, a guardia della Mephite. Giaconna era una strega astuta e potente ed è la denominazione scelta per il liquore a base di genziana. Violante, invece, era la strega nera che suonava il flauto, mentre Baiarona era una creatura spaventosa, che legava i demoni agli alberi di noce: «La nostra azienda - precisa Patrizia Lo Pilato - nasce anche come rivendicazione della creatività femminile. Le streghe erano creature libere, che uscivano di notte da sole, aiutavano le donne a partorire, curavano con le erbe». I prodotti delle Streghe ubriache, oltre ad essere disponibili in ristoranti e bar cittadini, sono stati scelti dal celebre chef stellato Peppe Guida per il suo ristorante di Vico Equense: «In una terra di vino c’è un rilancio del liquore che, in alcuni ristoranti, viene abbinato alle pietanze».