A Serino, il Festival dei popoli per l'uguglianza

Una serata all’insegna della musica folk, dei balli, dei canti dei popoli del mondo, per favorire l’inclusione sociale

Il borgo di Serino
Il borgo di Serino
di Stefania Marotti
Giovedì 7 Settembre 2023, 00:20
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Dialogo interculturale, musica, spettacolo, integrazione. Oggi, nel suggestivo borgo di Doganavecchia di Serino, si svolgerà il Festival dei popoli, organizzato dall’associazione Humanitas, in collaborazione con Intra ed il patrocino del Comune. Una serata all’insegna della musica folk, dei balli, dei canti dei popoli del mondo, per favorire l’inclusione sociale e la consapevolezza di vivere in una società multietnica, dove il diverso è fonte di arricchimento. La manifestazione sarà arricchita dall’Associazione cuochi di Avellino, capitanata da Vincenzo Vitiello, che ha stilato un menu davvero speciale. Si comincia con gli antipasti, costituiti da soufflé di ortaggi su cremoso di caciocavallo podolico, seguiti da due primi piatti, quali i tubetti patate e provola e cortecce con genovese leggera di marchigiana con funghi porcini. I due secondi consisteranno nel reale di vitellino all’Aglianico e nella cianfotta. Il dessert chiuderà le portate con la squisita crema di castagne e cioccolata.


Sono previste ben quattrocento persone, con il ricavato del ticket che sarà devoluto in beneficenza. La serata sarà caratterizzata dall’assegnazione del Premio Humanitas al giornalista di Telenostra Ottavio Giordano, per aver narrato tante storie di povertà ed emarginazione con rispetto e partecipazione emotiva.

Il riconoscimento gli sarà consegnato dal giornalista Rai Rino Genovese. La cultura diventa, in tal modo, lo uno strumento di comprensione del folklore popolare dei popoli, che nasce sempre dalle antiche tradizioni dei Paesi del mondo, traducendosi in espressione artistica, derivante dall’influenza di civiltà secolari.


Serino, quindi, si trasforma in capitale della tradizione, facendo conoscere i ritmi musicali, i balli di diverse nazioni del globo. In questo contesto internazionale, la cucina irpina mette tutti d’accordo, con specialità realizzate con i prodotti di eccellenza del territorio. Il valore del festival è nell’aver indotto alla riflessione sul concetto di Humanitas, di appartenenza al genere umano, che non tollera discriminazioni dovute al sesso, alla religione, alle opinioni politiche. Un principio che, purtroppo, smentito dalla presenza di quartieri ghetti, dove vivono gli immigrati, isolati dal contesto sociale che, invece, dovrebbe integrarli. Una giornata intensa, dunque, per dialogare attraverso la musica, e sensibilizzare la comunità alla solidarietà verso gli ultimi. Purtroppo, oggi, la povertà è vissuta in silenzio, lontano da tutti e, in molti casi, a questa già difficile condizione, si aggiunge la malattia grave di qualcuno dei componenti. È importante raccontare questi drammi, per non lasciare solo chi soffre. È quanto, appunto, ha fatto l’informazione, narrando all’opinione pubblica la sofferenza di chi soffre. Anche in Irpinia, la società civile si sta frantumando, con la divisione sempre più netta tra ricchi e poveri.


Il Festival dei popoli diventa, così, la kermesse dell’uguaglianza, dove tutte le genti hanno pari dignità con le loro culture e tradizioni. Un’occasione preziosa, per vincere i pregiudizi e sentirsi parte di un mondo che si evolve, nutrendo speranza per il futuro. Spensieratezza ed allegria viaggiano di pari passo con la solidarietà, per donare un sorriso agli ultimi, che si nascondono da tutti per non far comprendere la loro difficile condizione di disagio economico. Una festa, per divertirsi, assaggiare piatti prelibati, lasciarsi trasportare dai diversi ritmi musicali, legati alle antiche usanze di popoli diversi, provando la gioia di sentirsi empatici e solidali.

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