Giornata mondiale degli infermieri, il Nursind: «Siamo demansionati»

Secondo il sindacato, due anni di pandemia hanno peggiorato significativamente le condizioni di lavoro già precarie

Un'infermiera
Un'infermiera
di Antonello Plati
Venerdì 12 Maggio 2023, 12:55
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Demansionamento diffuso, carenza di personale in tutte le strutture. E stipendi tra i più bassi d'Europa. Insomma, c'è davvero poco da festeggiare per gli infermieri irpini (e non solo) nella Giornata internazionale dedicata alla loro professione. «Due anni di pandemia hanno peggiorato significativamente le condizioni di lavoro già precarie degli infermieri, rendendo ad oggi la nostra professione poco appetibile tra i giovani, di fatto i dati trasmessi dalla Fnopi evidenziano che tra 10 anni in Italia mancheranno circa 100mila infermieri», osservano i segretari territoriale e aziendale (Aorn Moscati) del Nursind, Romina Iannuzzi e Michele Rosapane. «Nelle nostre aziende locali riscontriamo la grave piaga del demensionamento del personale infermieristico: da anni sia all'Azienda ospedaliera Moscati che all'Asl di Avellino gli infermieri hanno svolto e tutt'ora continuano a svolgere in molte realtà lavorative delle mansioni inferiori non previste dal proprio profilo professionale».


Il sindacato le ha provate tutte: «Noi non siamo stati a guardare e nel 2021 abbiamo promosso un ricorso per demansionamento cui hanno aderito molti infermieri dell'Azienda ospedaliera Moscati che per circa 10 anni hanno svolto mansioni inferiori, ovvero attività che spettavano agli operatori sociosanitari».

La situazione, purtroppo, persiste tutt'ora: «A causa di modelli organizzativi anacronistici che dequalificano l'immagine professionale dell'infermiere. L'attuale direzione strategica del Moscati, insediatasi nel 2019, ha ereditato una situazione drammatica e ha cercato di porre rimedio assumendo figure di supporto, che risultano però ancora insufficienti». Dunque, nella Giornata internazionale degli infermieri «per noi c'è poco da festeggiare. Nemmeno la pandemia è servita da insegnamento per investire sul personale sanitario, su queste preziose figure sempre più introvabili che da anni con enormi sacrifici reggono l'intero sistema sanitario nazionale».


A parziale risarcimento, l'Asl di Avellino proprio in queste ore ha provveduto all'assunzione di 42 unità di personale sanitario «al fine - fanno sapere da via Degli Imbimbo - di rafforzare strutturalmente i suoi servizi e consentire di valorizzare le professionalità acquisite dal personale che ha prestato servizio durante l'emergenza sanitaria Covid 19, ha concluso le procedure concorsuali riservate, nel rispetto del 50% dei posti disponibili nel Piano triennale di Fabbisogno di personale 2021/2023, per l'assunzione a tempo indeterminato del personale in possesso dei requisiti richiesti dalla legge». Si tratta di un primo risultato per l'Asl di Avellino che, tramite le procedure di stabilizzazione, rafforza il proprio organico, come detto, con 42 unità, di cui: 22 operatori sociosanitari, 14 infermieri, 2 tecnici di laboratorio biomedico, 2 biologi, un medico e un farmacista.


Inoltre, «in seguito all'emanazione delle linee guida ministeriali, la Regione Campania ha dato il via libera alle procedure per la stabilizzazione del personale esternalizzato. Pertanto, sulla scorta delle indicazioni regionali, l'Asl di Avellino sta avviando le procedure per stabilizzare il personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie in servizi esternalizzati, nel rispetto del Piano di triennale di Fabbisogno, evitando differenze retributive a parità di prestazioni lavorative e garantendo pari dignità a tutti i lavori impiegati nell'Azienda». E ancora il direttore generale, dopo aver preso atto delle risultanze della commissione, ha nominato la Mena Volpe nuovo direttore della Unità operativa complessa di Diagnostica per Immagini del presidio ospedaliero di Ariano Irpino.

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